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La guerra non è mai una soluzione

Scritto da Papa Francesco.

Articolo pubblicato da Avvenire.

La guerra in Ucraina è diventata una minaccia per il mondo intero e Papa Francesco, preoccupato per l’aumentare delle vittime, per l’escalation e il rischio nucleare, dedica il tempo normalmente usato per commentare il Vangelo del giorno al tema del conflitto, come già fece per la drammatica situazione in Siria durante l'Angelus del 1° settembre 2013.
Il Papa ha rivolto un appello diretto al presidente russo Vladimir Putin affinché fermi questa spirale di violenza e morte, e al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, perché sia aperto a "serie proposte di pace".
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Fare un congresso aperto

Scritto da Piero Fassino.

Intervista di Radio Immagina a Piero Fassino.

"Non siamo condannati all'estinzione, ma si deve trarre dalla realta' la sollecitazione a mettere in campo i cambiamenti radicali necessari. E non partendo dal toto-segretario, ma seguendo il percorso indicato da Enrico Letta per un congresso aperto alla societa' e capace di coinvolgere i tanti mondi che si riconoscono in valori di progresso e vogliono contribuire a creare una alternativa forte e credibile alla destra". Così nel corso dell'intervista Piero Fassino, Presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati.
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Il diritto a praticare la propria fede non è secondario

Scritto da Franco Mirabelli.

Articolo di Franco Mirabelli.

Ho incontrato la Comunità Evangelica della COEN di Via Fleming a Milano per ascoltare le loro istanze e per dire che per me i temi che ha raccontato il Pastore Riccardo Tocco sono all’attenzione. Credo, infatti, che dobbiamo mettere il tema della libertà di culto al centro dell’iniziativa politica. Il diritto a praticare la propria fede non può essere una questione ritenuta secondaria.
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Il partito teniamocelo stretto

Scritto da Luigi Zanda.

"Il Pd è un partito indispensabile per il sistema politico e la democrazia italiana", "miglioriamolo, rinnoviamolo, correggiamone la rotta, ma me lo terrei stretto". Lo dice, in un'intervista a La Repubblica, l'ex capogruppo del Pd, Luigi Zanda, parlando del dopo elezioni e del futuro dei dem.
"Nei suoi 15 anni di vita ha avuto 4 scissioni e nessuno ne ha preso il posto, nonostante questa fosse l'idea di chi ha provocato quelle scissioni - sottolinea -. Cambiare nome e simbolo sono fatti di marketing, anche la politica fa marketing, certo. Ma ora il Pd deve riflettere sulla sua natura e sul suo orizzonte, non affidarsi a un grafico per un nuovo simbolo".