Il PD presenta in Regione le firme per riformare la Sanità lombarda
Articolo di Carlo Borghetti.
"Questa è una legge di iniziativa popolare e ai sensi delle regole del Consiglio Regionale dovrà essere discussa. Quindi il Consiglio dovrà votarla. I punti principali sono: il superamento della cosiddetta equivalenza pubblico privato, perché noi vogliamo rimettere al centro il valore della sanità pubblica; il rilancio della medicina territoriale; il sostegno alla prevenzione (tema spesso cancellato dalla giunta Fontana) e, soprattutto, chiediamo che entri subito in campo il Centro Unico di Prenotazione, affinché ci sia uno strumento chiaro e netto per contrastare la vergogna delle liste d'attesa", ha detto il capogruppo Majorino.
La delegazione del Partito Democratico, nell'occasione, ha consegnato agli uffici della Regione un carrello con 17mila firme certificate a sostegno dell'iniziativa, che arriveranno a 100mila con quelle raccolte online e su altri territori ancora in progress. Un numero superiore rispetto alla soglia minima di 5mila firme, necessaria per una discussione in Consiglio.
"Questa è una legge di iniziativa popolare e ai sensi delle regole del Consiglio Regionale dovrà essere discussa. Quindi il Consiglio dovrà votarla. I punti principali sono: il superamento della cosiddetta equivalenza pubblico privato, perché noi vogliamo rimettere al centro il valore della sanità pubblica; il rilancio della medicina territoriale; il sostegno alla prevenzione (tema spesso cancellato dalla giunta Fontana) e, soprattutto, chiediamo che entri subito in campo il Centro Unico di Prenotazione, affinché ci sia uno strumento chiaro e netto per contrastare la vergogna delle liste d'attesa", ha detto il capogruppo Majorino.
La delegazione del Partito Democratico, nell'occasione, ha consegnato agli uffici della Regione un carrello con 17mila firme certificate a sostegno dell'iniziativa, che arriveranno a 100mila con quelle raccolte online e su altri territori ancora in progress. Un numero superiore rispetto alla soglia minima di 5mila firme, necessaria per una discussione in Consiglio.
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