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Sconfitta cocente, sbagliato partire dai nomi

Scritto da Marina Sereni.

Articolo di Marina Sereni.

Le prime pagine dei giornali sono piene di riflessioni sulle ragioni della sconfitta del Pd. Una sconfitta dolorosa e cocente che tuttavia credo vada letta prima di tutto nei numeri. Confrontando i dati con le precedenti elezioni politiche del 2018 il Pd - che nel frattempo ricordo ha subìto la scissione di Italia Viva - ha di poco migliorato la sua percentuale mentre ha perso voti in assoluto, per la verità molto meno di altre forze - come ad esempio i 5S - che pure passano per essere “vincitori” di questa tornata.
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E' ora di andare oltre il PD

Scritto da Piero Fassino.

Intervistato da Avvenire, Piero Fassino, ex segretario dei Ds, cofondatore del Pd, ex ministro, ex sindaco di Torino, rieletto domenica alla Camera, sottolinea che "Bisogna interrogarsi su un fenomeno che si è ripetuto in questi anni, cioè la migrazione continua del 20/30 per cento del corpo elettorale: il 25% al M5s nel 2013, il 40% a Renzi nel 2014, il 32% ai 5s nel 2018, il 34% alla Lega nel 2019 e oggi il 26% a Meloni. Bisogna capire cosa c'è dietro questi continui spostamenti di voti".
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Servono tante idee e poca ideologia

Scritto da Avvenire.

Intervista di Avvenire a Matteo Zuppi.

Cardinale Matteo Zuppi, dopo il voto esultano i vincitori, ma c’è anche chi ha detto che - visto il risultato elettorale - il 25 settembre è stato un brutto giorno per l’Italia. Qual è il suo pensiero al riguardo?
«Quando gli italiani scelgono il loro futuro non è mai un brutto giorno. È sempre l’esercizio della democrazia. E noi dobbiamo credere alla forza e alla bellezza della democrazia e ascoltare le domande che questo voto contiene, in un momento così importante per tutti». È pronta la risposta dell’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. Senza esitazioni. Intorno c’è la "sua" Trastevere.