Il banco di prova della legge di bilancio
Articolo di Chiara Braga.
Tra circa una settimana il Governo dovrebbe presentare il Piano strutturale di bilancio di medio termine (Psb), ossia il nuovo documento programmatico previsto dalle recenti regole fiscali europee, che dovrà coprire un orizzonte temporale che va dai 4 ai 7 anni.
Il Piano dovrà essere presentato alle Camere per poi essere trasmesso alla Commissione europea entro il 20 settembre. Come maggiore forza di opposizioni ci domandiamo perchè, a scadenze serrate, il Governo Meloni non abbia ancora previsto un confronto con le parti economiche e sociali, sul Piano strutturale visto che si parla di come programmare la politica economica di medio termine del nostro Paese. Forse perchè le idee all'interno della maggioranza non sono così chiare e neanche così univoche come dimostrano le tante diseguali priorità che ogni giorno vengono annunciate come slogan dalle diverse forze che la compongono.
Una volta redatto il Piano, in ottobre, dovrà essere varato il Documento Programmatico di Bilancio (Dpb) che, tra le altre cose, illustra le azioni di finanza pubblica per il conseguimento degli obiettivi programmatici e l’impatto sui conti pubblici e sulla crescita economica. Sulla base del Dpb il Governo definirà poi la Legge di bilancio, il cui limite invalicabile per l'approvazione alle Camere è il 31 dicembre, pena l'avvio dell'esercizio provvisorio.
Valuteremo nei prossimi giorni se il Governo delle destre riuscirà a dare finalmente un’anima e una visione alla prossima legge di Bilancio, cosa che non è successa nel recente passato. Alcune anticipazioni come i tagli alle pensioni, la rimodulazione al ribasso dell’assegno unico ci preoccupano non poco: non siamo disponibili ad accettare che si faccia una manovra finanziaria che pesi sempre sulle spalle dei lavoratori e dei pensionati.
Occore una legge di Bilancio che dia respiro alla crescita dell’Italia, con l’indicazione di politiche industriali chiare che accompagnino le imprese, anche quelle più piccole, verso la transizione ecologica e digitale. Una manovra che sviluppi un sostegno reale all’occupazione femminile: i congedi paritari sono per il Pd una questione prioritaria. Una manovra che aumenti i fondi per la sanità pubblica, l’istruzione e la ricerca.
Ci aspettiamo una legge legge di Bilancio nella quale trovino compimento tutte le promesse che in questi mesi abbiamo sentito fare dal Governo Meloni. Al momento assistiamo solo alla volontà delle forze di maggioranza di piantare bandierine di parte sacrificando l’interesse del Paese, una crescita sostenibile per le imprese e i lavoratori, una protezione sociale per chi è in difficoltà.
Tra circa una settimana il Governo dovrebbe presentare il Piano strutturale di bilancio di medio termine (Psb), ossia il nuovo documento programmatico previsto dalle recenti regole fiscali europee, che dovrà coprire un orizzonte temporale che va dai 4 ai 7 anni.
Il Piano dovrà essere presentato alle Camere per poi essere trasmesso alla Commissione europea entro il 20 settembre. Come maggiore forza di opposizioni ci domandiamo perchè, a scadenze serrate, il Governo Meloni non abbia ancora previsto un confronto con le parti economiche e sociali, sul Piano strutturale visto che si parla di come programmare la politica economica di medio termine del nostro Paese. Forse perchè le idee all'interno della maggioranza non sono così chiare e neanche così univoche come dimostrano le tante diseguali priorità che ogni giorno vengono annunciate come slogan dalle diverse forze che la compongono.
Una volta redatto il Piano, in ottobre, dovrà essere varato il Documento Programmatico di Bilancio (Dpb) che, tra le altre cose, illustra le azioni di finanza pubblica per il conseguimento degli obiettivi programmatici e l’impatto sui conti pubblici e sulla crescita economica. Sulla base del Dpb il Governo definirà poi la Legge di bilancio, il cui limite invalicabile per l'approvazione alle Camere è il 31 dicembre, pena l'avvio dell'esercizio provvisorio.
Valuteremo nei prossimi giorni se il Governo delle destre riuscirà a dare finalmente un’anima e una visione alla prossima legge di Bilancio, cosa che non è successa nel recente passato. Alcune anticipazioni come i tagli alle pensioni, la rimodulazione al ribasso dell’assegno unico ci preoccupano non poco: non siamo disponibili ad accettare che si faccia una manovra finanziaria che pesi sempre sulle spalle dei lavoratori e dei pensionati.
Occore una legge di Bilancio che dia respiro alla crescita dell’Italia, con l’indicazione di politiche industriali chiare che accompagnino le imprese, anche quelle più piccole, verso la transizione ecologica e digitale. Una manovra che sviluppi un sostegno reale all’occupazione femminile: i congedi paritari sono per il Pd una questione prioritaria. Una manovra che aumenti i fondi per la sanità pubblica, l’istruzione e la ricerca.
Ci aspettiamo una legge legge di Bilancio nella quale trovino compimento tutte le promesse che in questi mesi abbiamo sentito fare dal Governo Meloni. Al momento assistiamo solo alla volontà delle forze di maggioranza di piantare bandierine di parte sacrificando l’interesse del Paese, una crescita sostenibile per le imprese e i lavoratori, una protezione sociale per chi è in difficoltà.
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