E' ora di andare oltre il PD
Intervistato da Avvenire, Piero Fassino, ex segretario dei Ds, cofondatore del Pd, ex ministro, ex sindaco di Torino, rieletto domenica alla Camera, sottolinea che "Bisogna interrogarsi su un fenomeno che si è ripetuto in questi anni, cioè la migrazione continua del 20/30 per cento del corpo elettorale: il 25% al M5s nel 2013, il 40% a Renzi nel 2014, il 32% ai 5s nel 2018, il 34% alla Lega nel 2019 e oggi il 26% a Meloni. Bisogna capire cosa c'è dietro questi continui spostamenti di voti".
Fassino parla di "una grande inquietudine che percorre la società italiana. Veniamo da 15 anni di criticità: la crisi economica del 2008-2016, il Covid, poi la guerra e le sue conseguenze. Si è diffusa ansia, paura e chi è inquieto cerca rassicurazioni, ma le vuole subito. E se non le riceve subito dalla forza politica a cui si è rivolto, si sposta a un altro partito e così via. È un fenomeno che ci mette di fronte a un tema che interroga tutta la politica: una forbice tra il tempo rapido della società e il tempo più lento della politica". Dunque, "Abbiamo bisogno di una Epinay italiana, la città francese dove all'indomani della sconfitta del vecchio partito socialista, Mitterrand chiamò a raccolta tutte le anime della sinistra - tranne i comunisti - e rifondò il Partito socialista francese. L'ispirazione valoriale era quella socialdemocratica, ma arricchita dall'apporto di progressisti, radicali, repubblicani, cattolico-sociali". Un cambiamento drastico, compreso il nome? "Cambi il nome se cambi la cosa. Oggi è il tempo di mettere in campo un altro cambiamento, chiamando a raccolta le diverse anime della sinistra italiana, la socialdemocratica, la liberalprogressista, la ambientalista, i movimenti femminili e con loro costruire un nuovo grande soggetto politico, che non neghi il cammino condotto dal Pd, ma vada oltre con un ulteriore salto in avanti". Per Fassino, "Bisogna ripensare il tema del lavoro in una società complessa, la redistribuzione dei redditi e della ricchezza. Ci sono temi cruciali quali gli anziani, l'infanzia, la denatalità, la disabilità che chiedono un welfare di prossimità ai cittadini".
Intervista di Avvenire (PDF).
Fassino parla di "una grande inquietudine che percorre la società italiana. Veniamo da 15 anni di criticità: la crisi economica del 2008-2016, il Covid, poi la guerra e le sue conseguenze. Si è diffusa ansia, paura e chi è inquieto cerca rassicurazioni, ma le vuole subito. E se non le riceve subito dalla forza politica a cui si è rivolto, si sposta a un altro partito e così via. È un fenomeno che ci mette di fronte a un tema che interroga tutta la politica: una forbice tra il tempo rapido della società e il tempo più lento della politica". Dunque, "Abbiamo bisogno di una Epinay italiana, la città francese dove all'indomani della sconfitta del vecchio partito socialista, Mitterrand chiamò a raccolta tutte le anime della sinistra - tranne i comunisti - e rifondò il Partito socialista francese. L'ispirazione valoriale era quella socialdemocratica, ma arricchita dall'apporto di progressisti, radicali, repubblicani, cattolico-sociali". Un cambiamento drastico, compreso il nome? "Cambi il nome se cambi la cosa. Oggi è il tempo di mettere in campo un altro cambiamento, chiamando a raccolta le diverse anime della sinistra italiana, la socialdemocratica, la liberalprogressista, la ambientalista, i movimenti femminili e con loro costruire un nuovo grande soggetto politico, che non neghi il cammino condotto dal Pd, ma vada oltre con un ulteriore salto in avanti". Per Fassino, "Bisogna ripensare il tema del lavoro in una società complessa, la redistribuzione dei redditi e della ricchezza. Ci sono temi cruciali quali gli anziani, l'infanzia, la denatalità, la disabilità che chiedono un welfare di prossimità ai cittadini".
Intervista di Avvenire (PDF).