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Aqua e Tera

Scritto da Dario Franceschini.

Tra malaria e latifondo, tra fascisti e rossi, tra amore e odio, si muove -in un racconto che si lascia avvolgere dal realismo magico e dalla forza della Storia- il nuovo romanzo dell'ex ministro per la Cultura, Dario Franceschini, che sceglie la sua terra, l'Emilia e la sua città Ferrara, per 'Aqua e tera', (La nave di Teseo, collana Oceani, pp. 160, 16 euro), in questi giorni in libreria. Nel volume, pieno di vitalismo e di personaggi senza tempo, l'autore consegna al lettore una storia moderna a cui non è difficile sostenere che apparteniamo ancora.
Quella dove inizia la vicenda narrata è l'Emilia di Giacomo Matteotti, di Italo Balbo, di don Minzoni, subito dopo la prima guerra mondiale. Ma soprattutto è la terra dove vivono il loro amore omosessuale Tina e Lucia, ragazze in quella Ferrara in cui le lacerazioni sociali, le violenze di piazza, con gli squadristi neri che seminano morte e terrore, illuminano sinistramente le prime immagini di quella guerra civile che tutto il Paese si porterà dietro fino al termine della seconda guerra mondiale e anche oltre, fino agli anni di piombo.
Le due ragazze hanno radici lontane, la prima, Tina, è figlia di un agrario fascista, Lucia di un capolega socialista. La loro relazione è violentemente contrastata dal papà mussoliniano della prima e dal padre 'rosso' della seconda, accomunati dall'ideologia patriarcale ("Non sei malata, sei pazza, mi tocca di dar ragione a un fascista", esclama Milvano Callegari, padre di Lucia, quando la figlia confessa di amare Tina). Le due ragazze vengono allontanate, tutto sembra perso, la violenza prevale, mentre nelle strade di Ferrara ormai ogni giorno si contano le vittime. Quando tutto sembra ormai finito, in un dramma che racconta un intero paese, mentre i fascisti uccidono don Minzoni a bastonate, nell'agosto del '23, le altre donne della storia -madri, sorelle, amiche, poi partigiane- saranno in grado di ridare umanità e vita a quanto gli uomini stanno distruggendo.
In una corsa sfrenata in automobile, in viaggio per portare a termine la missione d'amore, Teresina, una di loro, guarda al futuro, lei unica donna con la patente a Mantova, alle altre dice: "Un giorno le donne guideranno anche treni e aerei". Nel frattempo, nel racconto di Franceschini, prenderà corpo il riscatto di un popolo, capace di liberarsi del nazifascismo, anche grazie a quanto fatto da Teresina e dalle sue compagne, capaci di piantare il seme di una rivoluzione che cambierà davvero tutto.
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