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La guerra non è mai una soluzione

Scritto da Papa Francesco.

Articolo pubblicato da Avvenire.

La guerra in Ucraina è diventata una minaccia per il mondo intero e Papa Francesco, preoccupato per l’aumentare delle vittime, per l’escalation e il rischio nucleare, dedica il tempo normalmente usato per commentare il Vangelo del giorno al tema del conflitto, come già fece per la drammatica situazione in Siria durante l'Angelus del 1° settembre 2013.
Il Papa ha rivolto un appello diretto al presidente russo Vladimir Putin affinché fermi questa spirale di violenza e morte, e al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, perché sia aperto a "serie proposte di pace".
Francesco ha anche deplorato gli ultimi sviluppi, vale a dire l’annessione delle quattro regioni ucraine – Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson - parzialmente occupate dopo l’invasione del 24 febbraio.
Il Papa ha anche chiesto il rispetto della sovranità e integrità territoriale di ogni Paese, come pure dei diritti delle minoranze.
"Mi affliggono – ha aggiunto il Pontefice - i fiumi di sangue e di lacrime versati in questi mesi. Mi addolorano le migliaia di vittime, in particolare tra i bambini, e le tante distruzioni, che hanno lasciato senza casa molte persone e famiglie e minacciano con il freddo e la fame vasti territori. Certe azioni non possono mai essere giustificate, mai!"
"È angosciante che il mondo stia imparando la geografia dell’Ucraina attraverso nomi come Bucha, Irpin, Mariupol, Izium, Zaporizhzhia e altre località, che sono diventate luoghi di sofferenze e paure indescrivibili. E che dire del fatto che l’umanità si trova nuovamente davanti alla minaccia atomica? È assurdo..."
"Che cosa deve ancora succedere? – si è chiesto Francesco - Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo una distruzione?"
"In nome di Dio e in nome del senso di umanità che alberga in ogni cuore, rinnovo il mio appello affinché si giunga subito al cessate-il-fuoco - ha proseguito Francesco -. Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste, stabili. E tali saranno se fondate sul rispetto del sacrosanto valore della vita umana, nonché della sovranità e dell’integrità territoriale di ogni Paese, come pure dei diritti delle minoranze e delle legittime preoccupazioni".
"Deploro vivamente – ha aggiunto il Papa - la grave situazione creatasi negli ultimi giorni, con ulteriori azioni contrarie ai principi del diritto internazionale. Essa, infatti, aumenta il rischio di un’escalation nucleare, fino a far temere conseguenze incontrollabili e catastrofiche a livello mondiale".
Poi Francesco ha rivolto appelli diretti: innanzitutto a Putin, ma anche a Zelensky e ai responsabili delle nazioni. "Il mio appello si rivolge innanzitutto al Presidente della Federazione Russa, supplicandolo di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte.
D’altra parte, addolorato per l’immane sofferenza della popolazione ucraina a seguito dell’aggressione subita, dirigo un altrettanto fiducioso appello al Presidente dell’Ucraina ad essere aperto a serie proposte di pace. A tutti i protagonisti della vita internazionale e ai responsabili politici delle nazioni chiedo con insistenza di fare tutto quello che è nelle loro possibilità per porre fine alla guerra in corso, senza lasciarsi coinvolgere in pericolose escalation, e per promuovere e sostenere iniziative di dialogo.
"Per favore, facciamo respirare alle giovani generazioni l’aria sana della pace, non quella inquinata della guerra, che è una pazzia!"
"Dopo sette mesi di ostilità – ha concluso il Papa - si faccia ricorso a tutti gli strumenti diplomatici, anche quelli finora eventualmente non utilizzati, per far finire questa immane tragedia. La guerra in sé stessa è un errore e un orrore! Confidiamo nella misericordia di Dio, che può cambiare i cuori, e nell’intercessione materna della Regina della Pace, nel momento in cui si eleva la Supplica alla Madonna del Rosario di Pompei, spiritualmente uniti ai fedeli radunati presso il suo Santuario e in tante parti del mondo".
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