La crisi la pagano gli stranieri
Articolo pubblicato da Famiglia Cristiana.
In Italia, il 10,5% dei lavoratori, cioè 2 milioni e 300 mila, sono stranieri. Al primo posto i romeni (oltre 600mila), seguiti nell’ordine da albanesi (293 mila), marocchini (153 mila), ucraini (144 mila), filippini (142 mila) e moldavi (95 mila). Sono in prevalenza lavoratori giovani rispetto ai colleghi italiani: quasi due terzi ha un’età compresa tra i 25 e i 44 anni, contro il 49% degli italiani.
Ma la crisi economica come si è avvertita per nazionalità? Prova a rispondere lo studio “Crisi economica e lavoro. Stranieri vs italiani” della Fondazione Leone Moressa di Mestre.
Innanzitutto, i ricercatori precisano
Un governo per la Repubblica
La nascita del Governo Renzi è stata per certi versi meno travagliata di quella del Governo Letta perché ha in qualche modo superato quello che era l'ostacolo politico (e psicologico) dell'aprile scorso, ossia la collaborazione fra il Partito Democratico e una forza diametralmente alternativa come il PDL.
Nel frattempo, infatti, il PDL è morto, Berlusconi è stato estromesso dal Parlamento, e molti dirigenti e parlamentari del PDL hanno rifiutato di aderire alla rinata Forza Italia dando vita al Nuovo Centrodestra. In questo senso, la scelta della dirigenza del PD di dar vita ad un nuovo Governo è in qualche modo la presa d'atto di un cambio di stagione.
Verso le Elezioni Europee
Secondo le ultime rilevazioni Votewatch il candidato alla presidenza della Commissione Europea del PSE è avanti di un soffio rispetto all'esponente PPE grazie al buon risultato in diversi Stati. Crescono la Lista Tsipras, che supera al terzo posto l'Alleanza dei Liberali e Democratici Europei di Verhofstad, e le forze euroscettiche.
Il banchiere d'Europa da molti anni a capo dell'Eurogruppo contro il Presidente del Parlamento Europeo, l'Europa dell'austerità e del rigore contro quella del sociale e del rafforzamento dell'unità politica.
Sa quasi di manicheo la scelta
Operazione Renzi!
L’Aula è in gran spolvero: spalti gremiti, stampa a grappoli, senatrici e senatori al loro posto, banchi del governo pieni il giusto, a segnalare la prima novità, e cioè il numero dei ministri, obiettivamente contenuto.
Il Presidente del Consiglio in attesa di fiducia indossa una grisaglia di ordinanza, il colletto della camicia bianca è un po’ altino, invero, e la cravatta lo chiude un po’ troppo. Sarà la tensione del momento? Macché. Renzi parte come un fulmine, e partono i primi commentini salaci, che accompagneranno sommessamente gran parte del lungo intervento programmatico. È brillante l’eloquio, non c’è dubbio. E subito arriva l’impressione che non stia parlando a noi senatori, ma al Paese.