La sconfitta in Liguria
Articolo di Stefano Facchi.
La sconfitta in Liguria è molto più pesante di quanto non dicano le percentuali.
È vero, si è perso di misura, per poche migliaia di voti. Ma si è perso contro un centro destra diviso e lacerato: basta considerare che, nel regno di Scajola, è andato a votare soltanto il 36% degli elettori.
La sconfitta in Liguria è molto più pesante di quanto non dicano le percentuali.
È vero, si è perso di misura, per poche migliaia di voti. Ma si è perso contro un centro destra diviso e lacerato: basta considerare che, nel regno di Scajola, è andato a votare soltanto il 36% degli elettori.
Il “decreto Albania” è un decreto fantasma
Intervento di Chiara Braga alla Camera dei Deputati (video).
Chiediamo un'informativa urgente della presidente Meloni dopo il Consiglio dei ministri di ieri che ha approvato il “decreto Albania”. Un decreto fantasma che nemmeno i membri del Governo hanno potuto visionare.
Pensavamo di conoscere oggi i contenuti del decreto, nel corso della conferenza stampa convocata e invece no, perché la conferenza stampa non
Chiediamo un'informativa urgente della presidente Meloni dopo il Consiglio dei ministri di ieri che ha approvato il “decreto Albania”. Un decreto fantasma che nemmeno i membri del Governo hanno potuto visionare.
Pensavamo di conoscere oggi i contenuti del decreto, nel corso della conferenza stampa convocata e invece no, perché la conferenza stampa non
C'è una questione Nord
Articolo di Giuseppe Sala.
Ha vinto davvero per un soffio il candidato del centrodestra, Marco Bucci. La mia analisi non vuole togliergli nulla dei suoi meriti, ci mancherebbe. Andrea Orlando è risultato competitivo e non gli si può attribuire alcuna responsabilità.
Ha vinto davvero per un soffio il candidato del centrodestra, Marco Bucci. La mia analisi non vuole togliergli nulla dei suoi meriti, ci mancherebbe. Andrea Orlando è risultato competitivo e non gli si può attribuire alcuna responsabilità.
Facciamo uno sciopero della fame per i migranti
Intervista di Avvenire a Don Luigi Ciotti
Un grande sciopero della fame «come quelli di Gandhi e Capitini, per i diritti dei più deboli, in primo luogo i migranti che perdono la vita in mare, ma anche per i morti sul lavoro, per le vittime della violenza mafiosa, per chi è stato spazzato via per il proprio impegno nella ricerca della giustizia». Lo propone don Luigi Ciotti, presidente di Libera e del Gruppo Abele, al termine di “Contromafiecorruzione”, il grande evento che si è tenuto nei giorni scorsi a Vibo Valentia.
Un grande sciopero della fame «come quelli di Gandhi e Capitini, per i diritti dei più deboli, in primo luogo i migranti che perdono la vita in mare, ma anche per i morti sul lavoro, per le vittime della violenza mafiosa, per chi è stato spazzato via per il proprio impegno nella ricerca della giustizia». Lo propone don Luigi Ciotti, presidente di Libera e del Gruppo Abele, al termine di “Contromafiecorruzione”, il grande evento che si è tenuto nei giorni scorsi a Vibo Valentia.