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Verso le Elezioni Europee

Written by Matteo Cazzulani.

Matteo Cazzulani Secondo le ultime rilevazioni Votewatch il candidato alla presidenza della Commissione Europea del PSE è avanti di un soffio rispetto all'esponente PPE grazie al buon risultato in diversi Stati. Crescono la Lista Tsipras, che supera al terzo posto l'Alleanza dei Liberali e Democratici Europei di Verhofstad, e le forze euroscettiche.
Il banchiere d'Europa da molti anni a capo dell'Eurogruppo contro il Presidente del Parlamento Europeo, l'Europa dell'austerità e del rigore contro quella del sociale e del rafforzamento dell'unità politica.
Sa quasi di manicheo la scelta che gli elettori dei 28 Paesi dell'Unione Europea saranno chiamati a compiere nelle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo: le prime nelle quali i Partiti politici dei Paesi UE saranno invitati ad indicare un candidato alla Presidenza della commissione Europea, come previsto dal Trattato di Lisbona.
Nella giornata di venerdì, 7 Marzo, il Partito Popolare Europeo ha designato, durante il suo Congresso a Dublino, l'ex-Premier lussemburghese Jean Claude Juncker come candidato alla presidenza della Commissione Europea del Partito che continente soggetti politici di centro e centrodestra, e che oggi possiede la maggioranza dei seggi al Parlamento Europeo.
Juncker, che ha avuto la meglio nella votazione interna sul francese Barnier, sarà il principale avversario del Presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, che sabato Primo di Marzo, a Roma, ha ottenuto la nomination del Partito dei Socialisti Europei.
Il duello tra Juncker e Schulz, che dovranno vedersi anche dalla corsa alla presidenza della Commissione Europea di Guy Verhofstad dell'Alleanza dei Liberali e Democratici Europei, di Rebecca Harms dei Verdi, e di Alexis Tsipras del Fronte della Sinistra, sarà un vero e proprio testa testa che, secondo le rilevazioni Votewatch di mercoledì, 5 Marzo, vede il candidato del PSE in leggero vantaggio sull'esponente del PPE.
Nello specifico, Schulz può contare su una maggioranza relativa da 17 a 7 seggi su Juncker, poiché il PSE, nel dato complessivo europeo, dovrebbe vincere un minimo di 209 seggi al Parlamento Europeo, contro i 202 che andrebbero al PPE: un cambio di maggioranza dettato da molteplici fattori.
In primis, il soggetto partitico del centrosinistra europeo è fortemente trainato dai buoni risultati che, secondo le rilevazioni, i Partiti del PSE otterrebbero in Gran Bretagna, Romania, Portogallo, Svezia, Austria e Lituania -dove Schulz è dato vincitore- ed anche Italia, Ungheria, Spagna, Finlandia, Slovacchia e Germania, Repubblica Ceca e Danimarca, dove i socialisti raccolgono un cospicuo bottino di voti.
Il PPE, che vincerebbe in alcune storiche roccaforti come Francia, Germania e Spagna, ed anche in Croazia, si vede erodere molti voti dalle forze che appartengono ai Conservatori e Riformatori Europei, che costringono i popolari ad un pareggio in Polonia.
Un altro fenomeno importante è il sorpasso del Fronte della Sinistra nei confronti dell'ALDE come terza forza del Parlamento Europeo, con la Lista Tsipras che ottiene 67 seggi contro i 61 dei liberali, sopratutto grazie alla vittoria in Grecia e ai buoni risultati in Francia, Germania, Spagna e Portogallo.
Verhofstad risulterebbe il più votato solo in Estonia e Danimarca, ed otterrebbe una buona dote di voti anche in Olanda, Finlandia, Irlanda e, ovviamente, in Belgio.
Elemento importante resta poi anche la presenza di Partiti euroscettici, che, sempre secondo la rilevazione Votewatch, arriverebbero a possedere 92 seggi grazie ai buoni risultati di partiti apertamente ostili all'Europa in Italia, Francia, Gran Bretagna, Bulgaria ed Austria ed alla vittoria in Olanda e Repubblica Ceca.
Oltre che la crisi economica e la disaffezione sempre più crescente nei confronti della politica, a favorire l'ascesa dei movimenti euroscettici è anche la modifica della soglia di sbarramento del 3% in Germania, che permette l'ingresso nel parlamento Europeo di un alto numero di partitini come il Partito dei Pirati.

Sempre più probabili le Larghe Intese anche in Europa
Secondo i dati, PSE e PPE sarebbero costretti al vero di una Coalizione delle a larghe Intese per arginare il fronte anti europeo che, oltre ai Partiti più apertamente euroscettici, potrebbe trovare la convergenza su alcuni provvedimenti dei Conservatori e della Lista Tsipras.
La Grosse Koalition tra socialisti e popolari comporterebbe ad un rallentamento del processo di rafforzamento delle istituzioni europei sul piano sopratutto politico, in un momento in cui, come dimostrato dalla crisi ucraina, l'Europa ha bisogno di contare nel Mondo con una voce sola.
Un'UE forte ed autorevole è necessaria per agire in difesa della democrazia, dei diritti umani e della libertà nel Mondo : una battaglia, da realizzare con le armi pacifiche degli accordi politici, commerciali ed economici, su cui sia Schulz che Juncker sono fortemente d'accordo.

Blog di Matteo Cazzulani>>
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