Non sempre vince chi la spara più grossa
In campagna elettorale, come all’inizio di grandi imprese, qualche promessa bisogna farla. Cesare promise campi fertili ai suoi legionari, poi ai veterani propose delle terre incolte in Pannonia, agli schiavi neri liberati da Lincoln dovevano essere assegnati 40 acri e un mulo: nulla ottennero. Anche la “terra del latte e del miele” sembrava a portata di mano, poi non fu così semplice arrivarci. Ma, tra le promesse elettorali di questi giorni, la più strampalata è quella dell’abolizione delle tasse universitarie. Oltre che essere ingiusta, perché, al di là dei dettagli, il messaggio che veicola è di fare un favore anche a chi non ne ha bisogno.
Fondi per restaurare il Binario 21
Un finanziamento di 3 milioni per recuperare e valorizzare il 'Binario 21' della stazione centrale di Milano. E' questo il contenuto del decreto firmato dal ministro dei beni culturali Dario Franceschini, che rientra nel progetto Memoriale della Shoah. "Questo finanziamento consentirà un impegno diretto dello Stato ittaliano nel recupero e nella valorizzazione di uno dei luoghi della Memoria, dove iniziò l'orrore della Shoah a Milano", ha sottolineato il ministro.
Tra il 1943 e il 1945, infatti, dal 'Binario 21' della stazione centrale sono partiti 23 treni senza finestre che hanno trasportato centinaia di donne e uomini di tutte le età - ebrei o prigionieri politici - verso i campi di sterminio, in particolare ad Auschwitz e Bergen Belsen.
Obiettivo Governo
La campagna elettorale per le Politiche e quella per le Regionali si incrociano sul palco del teatro Franco Parenti di Milano affollato già dalle prime ore della mattinata, con la sala e foyer pieni di gente seduta anche per terra per l'incontro "Obiettivo governo" con Matteo Renzi, il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, il candidato governatore della Lombardia Giorgio Gori e il sindaco di Milano Beppe Sala, che ha organizzato tutto con il Pd milanese.
Proprio Sala (video) ha aperto l'evento: "Questo è il momento in cui ognuno deve mettere da parte le proprie ambizioni, la propria proiezione del futuro, e la propria ragione per sentire il cuore.
Gli elettori LeU sono con me
E adesso, Giorgio Gori, come andrà avanti?
«Tirando dritto. Continuando, come abbiamo già iniziato a fare da tempo, ad andare in giro per la Lombardia, a parlare con la gente. Anche con molti elettori di Liberi e uguali che, a differenza dei dirigenti, hanno capito che qui c’è in gioco qualcosa di molto importante, che va al di là della stessa sfida regionale. Qui in ballo c’è il futuro di un modello politico, quello della Lega, che non è più un partito, ma almeno tre: c’è la Lega tradizionale di Maroni, quella xenofoba e lepenista di Salvini e ci sono i mille rivoli dei fuoriusciti che si richiamano in modo ancora più deciso alle origini di Bossi. C’è un’esplosione in corso nel centrodestra: è un vantaggio per noi ed è soprattutto l’occasione per chiudere una pagina nazionale. Purtroppo non è stata colta».