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Intervista del Messaggero.
Ministro Franceschini, settanta intellettuali hanno sottoscritto un manifesto per la tutela dei beni culturali, accusandola di aver puntato solo alla loro fruizione e sfruttamento commerciale. Cosa risponde?
Ministro Franceschini, settanta intellettuali hanno sottoscritto un manifesto per la tutela dei beni culturali, accusandola di aver puntato solo alla loro fruizione e sfruttamento commerciale. Cosa risponde?
«Sono quelli che in questi anni mi hanno sempre criticato. Non c’è nulla di nuovo. Quando fai delle riforme vere, come quella dei musei, delle sovrintendenze, del cinema, del settore dello spettacolo, trovi sempre qualcuno che protesta. Se andassero bene a tutti, sarebbero riforme finte».
Una legislatura utile e produttiva per il Paese, il lavoro da proseguire
Con lo scioglimento delle Camere da parte del Presidente della Repubblica tra Natale e Capodanno si è conclusa a scadenza una legislatura iniziata nel 2013 con un risultato elettorale che non aveva consentito, a nessuna delle coalizioni in campo, di avere la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento e che, quindi, rischiava di consegnare il paese, nel pieno della più grave crisi economica dal dopoguerra, all'ingovernabilità e all'instabilità.
Scenari mediorientali
Voglio parlare con il cuore in mano. E la mente ben salda.
Gerusalemme è la capitale dello Stato di Israele. Lo era già nel 1000 a.c. circa come capitale del Regno di Israele, lo è storicamente, per l’ininterrotta presenza ebraica, lo è, nella tradizione del popolo ebraico, da prima della fondazione dello Stato di Israele. Lo è per la scelta di un paese, Israele, che rimane l’unica democrazia in medio oriente. Non mi vengono in mente altri paesi a cui venga chiesto di non compiere la scelta della propria capitale.
Questo non contraddice il fatto che una futura pace non possa avere la stessa Gerusalemme anche come capitale dello stato di Palestina.
Tra fede e impegno politico, il servizio appassionato di Giovanni Bianchi
Il 24 luglio 2017 è scomparso Giovanni Bianchi, poliedrico intellettuale e politico del nostro tempo, nonché per molti anni amico e sostenitore della nostra Rivista. Quale eredità ci consegna un uomo di fede, con una spiccata passione culturale, impegnato a fianco dei lavoratori nel sindacato e in politica? Come ha potuto spendersi a vantaggio del bene comune, in tutte le situazioni conflittuali che la storia gli ha dato da vivere?