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Non sempre vince chi la spara più grossa

Written by Massimo Cingolani.

Massimo Cingolani
Articolo pubblicato da La Voce Metropolitana.

In campagna elettorale, come all’inizio di grandi imprese, qualche promessa bisogna farla. Cesare promise campi fertili ai suoi legionari, poi ai veterani propose delle terre incolte in Pannonia, agli schiavi neri liberati da Lincoln dovevano essere assegnati 40 acri e un mulo: nulla ottennero. Anche la “terra del latte e del miele” sembrava a portata di mano, poi non fu così semplice arrivarci. Ma, tra le promesse elettorali di questi giorni, la più strampalata è quella dell’abolizione delle tasse universitarie. Oltre che essere ingiusta, perché, al di là dei dettagli, il messaggio che veicola è di fare un favore anche a chi non ne ha bisogno.
Chiunque abbia dei figli che studiano, in particolare fuori sede, sa che le tasse non sono la parte rilevante della spesa.
Per fare un esempio, nel mio caso specifico di padre di due figli studenti fuori sede, i maggiori costi sono state le spese di alloggio, spostamento e mantenimento in genere.In Emilia, terra di antiche tradizioni, è difficile affittare con un contratto regolare, registrato come studente e perciò detraibile, perché vige la regola: o “in nero”, oppure con un importo minimo registrato ed una parte variabile in contanti.
Per quanto riguarda le tasse, l’Università di Bologna prevede delle riduzioni qualora gli esami siano dati nei tempi corretti.Se invece si va all’estero, in Svizzera, anche il Politecnico di Zurigo prevede una parte variabile di riduzione in base ai risultati. Ma anche in questo caso il problema principale sono gli alloggi, dato che i costi sono tendenzialmente alti e, essendo la Svizzera fuori dalla Comunità Europea, il contratto da studente non contiene le clausole che il fisco italiano richiede per la detrazione da parte dei genitori.
I costi di affitto, 10.000 euro all’anno per 5 anni, per 2 figli, comportano un esborso non indifferente.
Se a questo si aggiunge che non può essere detratto perché o è in nero, o non rispetta certi parametri, ci si rende conto che questo è il vero problema.Si potrebbe, e questa sarebbe una proposta meno propagandistica, dedurre un importo forfettario in base alla Facoltà, all’ubicazione geografica, i testi, ecc. ecc., usando come algoritmo quello degli studi di settore, magari adattato in maniera più razionale.Visto che siamo in campagna elettorale, si potrebbe proporre un percentuale di detrazione per lo stress da separazione dai figli per i genitori, usando come criterio quello per calcolare il danno morale. Non è uno scherzo, mi adeguo al livello.
Se si vuole dare realmente una mano agli studenti sarebbe importante offrir loro opportunità e considerazione del merito, parole estranee ad una parte del nostro paese da qualche secolo.Tra molti giovani ricercatori circola una battuta che dice che l’unica struttura meritocratica in Italia è la mafia: in effetti, Totò Riina, mente criminale ma molto intelligente, senza di essa cosa avrebbe potuto fare? forse,con una buona raccomandazione, l’usciere. Se mafia, camorra, ndrangheta, sacra corona aprissero un profilo Linkedin rischierebbero di avere la casella intasata.
Dunque, in campagna elettorale cercate di parlare di cose serie.
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