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Attenzione a parlare di ciclo finito

Written by Giuseppe Sala.

Articolo di Affaritaliani.

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala replica al segretario metropolitano del Pd Alessandro Capelli che sabato, durante un evento del partito, ha parlato di chiusura di un ciclo politico. "Sabato non ho partecipato all'evento - ha detto - ma non ci sono motivazioni di tipo politico. Mi pare che quello che ha sostenuto il segretario milanese del Pd e' che e' finito un ciclo per Milano. Penso che le critiche e le autocritiche, perche' anche il Pd e' al governo" della citta', "vadano bene ma bisogna associarle e lo dico con tranquillita', ad una proposta alternativa.
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Evitare che Milano diventi una città solo per ricchi

Written by Franco Mirabelli.

Articolo di Franco Mirabelli pubblicato da Affaritaliani e Huffington Post.

Quello dell’abitare è uno dei temi, se non il tema, su cui si gioca il futuro della Città Metropolitana. Se sarà inclusiva o no, se saprà ridurre le diseguaglianze o no, se saprà rispondere ai bisogni di chi ci vive e ci lavora.
È evidente che di fronte all’aumento dei costi dell’abitare, all’impossibilità per i redditi da lavoro dipendente di trovare casa, di acquistarla o di affittarla a canoni sostenibili, il rischio che vengano allontanati dalla città anche gli stessi lavoratori che fanno funzionare i servizi insieme alle famiglie del ceto medio basso non solo è concreto ma si sta già verificando.
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Idee per unire

Written by Alessandro Capelli.

Intervento di Alessandro Capelli.

La giornata di oggi l’abbiamo chiamata “Per te”. Per chiarire da dove partiamo. Spesso la politica occupa spazio sui media solo quando parla di sé, noi oggi proviamo a mettere al centro le persone e il futuro.
Il sottotitolo della giornata di oggi è “Idee per unire”: perché viviamo tempi incerti e tempi di solitudini sociali.
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Non esistono ragazzi cattivi

Written by Don Gino Rigoldi.

Intervista di Avvenire a Don Gino Rigoldi.

Cinquanta anni di Beccaria. Qual è l’immagine che porta con sé?
Quella di una popolazione di ragazzi, ho in mente quando ne arrivavano mille all’anno, quando si formavano dei gruppi, magari per la partita di pallone e c’era sempre paura che succedesse qualcosa. Io arrivavo di corsa e trovavo sempre dei sorrisi».
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