
Quando si aprono le porte di un carcere per un adolescente, lo Stato ha già perso
Articolo di Michela Di Biase pubblicato da Huffington Post.
I tragici fatti di Caivano hanno scosso la coscienza del Paese. La violenza perpetrata da un gruppo di minori ai danni di due coetanee ci ha lasciati sgomenti. Come purtroppo è capitato anche in passato, davanti a questi episodi la destra ha reagito parlando di sicurezza, di carcere, di repressione, omettendo colpevolmente di andare alle radici del problema.
I tragici fatti di Caivano hanno scosso la coscienza del Paese. La violenza perpetrata da un gruppo di minori ai danni di due coetanee ci ha lasciati sgomenti. Come purtroppo è capitato anche in passato, davanti a questi episodi la destra ha reagito parlando di sicurezza, di carcere, di repressione, omettendo colpevolmente di andare alle radici del problema.

Occorre investire anche in prevenzione
È giusto che s'inaspriscano le pene per i minori che commettono reati? È la domanda che il Giornale pone al presidente della Cei, Matteo Zuppi, dopo l'approvazione del "decreto Caivano".

Il carcere non serve a nulla
"A mio parere non serve a niente" più carcere per i minori. Lo dice in una intervista al Corriere della Sera l'ex magistrato Gherardo Colombo."Non è che il timore del carcere comporti necessariamente l’astensione dal commettere reati - afferma - Forse anche tra chi governa c’è chi ritiene che il carcere serva a poco. Da una parte non è detto che minacciando una pena poi si sia in grado di infliggerla e di eseguirla; dall’altra, quando ci si riesce, 70 volte su cento l’ex detenuto torna a delinquere. Addirittura, soprattutto in certe zone e per la criminalità non sporadica, senza nemmeno arrivare a quella organizzata, il carcere costituisce un titolo di merito nella carriera delinquenziale. Bisognerebbe insistere sull’altra strada, quella culturale".

La politica costruisca opportunità
Intervista della Stampa a Don Luigi Ciotti.
Sbaglia chi pensa a «interventi repressivi» per affrontare il preoccupante aumento di reati e violenze tra i minorenni. Arrestarli, chiuderli in carcere, inasprire le pene «non è la soluzione», assicura don Lugi Ciotti, fondatore di Libera, protagonista della lotta alla mafia, attento osservatore delle periferie più degradate, dove la criminalità trova terreno fertile.
Sbaglia chi pensa a «interventi repressivi» per affrontare il preoccupante aumento di reati e violenze tra i minorenni. Arrestarli, chiuderli in carcere, inasprire le pene «non è la soluzione», assicura don Lugi Ciotti, fondatore di Libera, protagonista della lotta alla mafia, attento osservatore delle periferie più degradate, dove la criminalità trova terreno fertile.