
Mattarella lancia l'Italia al timone di un processo di rinnovamento per l'Europa
Sergio Mattarella ha giurato: inizia ufficialmente il suo mandato bis, nello stesso giorno in cui scade il primo settennato (la prima volta fu eletto il 3 febbraio del 2015). Applausi e standing ovation hanno interrotto 52 volte il secondo discorso del capo dello Stato (rieletto sabato con 759 voti all'ottava votazione), davanti al Parlamento in seduta comune nell'Aula della Camera ornata con 21 bandiere tricolore e drappi rossi.
I nostri commenti:
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Rieleggere Mattarella al Quirinale non è stata una sconfitta
Articolo di Franco Mirabelli.
La prima della Scala il 7 dicembre aveva salutato il Presidente Mattarella con 10 minuti di applausi e la richiesta di restare al Quirinale. Dopo e prima di quell’evento sono state tantissime le manifestazioni spontanee di sostegno all’ipotesi di una rielezione del capo dello Stato. È il segno dell’apprezzamento e della riconoscenza di tutta la comunità nazionale per chi, in una fase tanto difficile della vita del nostro Paese, ha saputo essere riferimento per tutti, ha saputo guidarci con equilibrio guadagnandosi l’affetto degli italiani. È, quindi, una buona notizia la rielezione del Presidente avvenuta sabato 29 gennaio con un numero di voti altissimo, secondo solo a quello che elesse Sandro Pertini.
La prima della Scala il 7 dicembre aveva salutato il Presidente Mattarella con 10 minuti di applausi e la richiesta di restare al Quirinale. Dopo e prima di quell’evento sono state tantissime le manifestazioni spontanee di sostegno all’ipotesi di una rielezione del capo dello Stato. È il segno dell’apprezzamento e della riconoscenza di tutta la comunità nazionale per chi, in una fase tanto difficile della vita del nostro Paese, ha saputo essere riferimento per tutti, ha saputo guidarci con equilibrio guadagnandosi l’affetto degli italiani. È, quindi, una buona notizia la rielezione del Presidente avvenuta sabato 29 gennaio con un numero di voti altissimo, secondo solo a quello che elesse Sandro Pertini.

Ricostruire l’Italia del dopo emergenza
Messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Parlamento nel giorno del giuramento.
Signori Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica,
Signori parlamentari e delegati regionali,
il Parlamento e i rappresentanti delle Regioni hanno fatto la loro scelta.
E’ per me una nuova chiamata – inattesa - alla responsabilità; alla quale tuttavia non posso e non ho inteso sottrarmi.
Ritorno dunque di fronte a questa Assemblea, nel luogo più alto della rappresentanza democratica, dove la volontà popolare trova la sua massima espressione.
Vi ringrazio per la fiducia che mi avete manifestato chiamandomi per la seconda volta a rappresentare l’unità della Repubblica.
Signori Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica,
Signori parlamentari e delegati regionali,
il Parlamento e i rappresentanti delle Regioni hanno fatto la loro scelta.
E’ per me una nuova chiamata – inattesa - alla responsabilità; alla quale tuttavia non posso e non ho inteso sottrarmi.
Ritorno dunque di fronte a questa Assemblea, nel luogo più alto della rappresentanza democratica, dove la volontà popolare trova la sua massima espressione.
Vi ringrazio per la fiducia che mi avete manifestato chiamandomi per la seconda volta a rappresentare l’unità della Repubblica.

Un disegno sociale più sensibile per la democrazia futura
Articolo pubblicato da Il Sole 24 ore.
Siamo, da un anno, nel decennio digitale europeo. È questo l’orizzonte temporale che la Ue si dà – e ci dà – per entrare nel pieno della rivoluzione digitale («the forth revolution» di cui parla il filosofo Luciano Floridi). Un tempo tanto breve da confondersi con il presente, anche con il presente e il futuro del Pnrr. Uno scenario di cambiamento tanto epocale, di riscrittura della geografia umana, sociale, culturale, economica e istituzionale, da richiedere nuovi punti cardinali e una bussola per orientarsi (Commissione europea, Digital Compass 2030).
Siamo, da un anno, nel decennio digitale europeo. È questo l’orizzonte temporale che la Ue si dà – e ci dà – per entrare nel pieno della rivoluzione digitale («the forth revolution» di cui parla il filosofo Luciano Floridi). Un tempo tanto breve da confondersi con il presente, anche con il presente e il futuro del Pnrr. Uno scenario di cambiamento tanto epocale, di riscrittura della geografia umana, sociale, culturale, economica e istituzionale, da richiedere nuovi punti cardinali e una bussola per orientarsi (Commissione europea, Digital Compass 2030).