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Rieleggere Mattarella al Quirinale non è stata una sconfitta

Written by Franco Mirabelli.

Articolo di Franco Mirabelli.

La prima della Scala il 7 dicembre aveva salutato il Presidente Mattarella con 10 minuti di applausi e la richiesta di restare al Quirinale. Dopo e prima di quell’evento sono state tantissime le manifestazioni spontanee di sostegno all’ipotesi di una rielezione del capo dello Stato. È il segno dell’apprezzamento e della riconoscenza di tutta la comunità nazionale per chi, in una fase tanto difficile della vita del nostro Paese, ha saputo essere riferimento per tutti, ha saputo guidarci con equilibrio guadagnandosi l’affetto degli italiani. È, quindi, una buona notizia la rielezione del Presidente avvenuta sabato 29 gennaio con un numero di voti altissimo, secondo solo a quello che elesse Sandro Pertini.
La permanenza di Sergio Mattarella al Quirinale rafforza le istituzioni e garantisce la continuità del lavoro di Draghi e del suo Governo in un momento ancora difficile per il Paese, in cui le ragioni che hanno portato a costruire un Governo di unità nazionale ci sono ancora tutte: dalla pandemia, alle riforme necessarie per aver i soldi del PNRR, ai progetti per utilizzarli, fino alla necessità di far fronte agli aumenti dovuti al rincaro delle bollette e all’inflazione che rischiano di creare nuovi problemi sociali e di allargare le diseguaglianze.
Credo che in queste righe sia contenuta la sostanza della scelta fatta dal Parlamento, al di là delle trattative e delle discussioni che hanno preceduto la decisione e che sono apparse a volte incomprensibili e distanti dalla necessità di arrivare ad una soluzione utile per gli italiani per affrontare al meglio i problemi concreti anziché una di parte.
Il Parlamento ha rieletto un Presidente della Repubblica che gli italiani hanno dimostrato di apprezzare e Sergio Mattarella ha accettato di restare per un altro mandato e di questo va ringraziato.
Resta, e non può essere nascosta, la preoccupazione per un passaggio in cui, al di là del valore del risultato raggiunto, ancora una volta si è resa evidente la crisi del sistema politico, che è arrivato impreparato ad un appuntamento così importante in cui si decideva, oltre che il Presidente, il futuro del Governo e della Legislatura.
Ma penso sia sbagliato fare di tutta un’erba un fascio, come se non ci fossero stati comportamenti diversi tra chi dall’inizio ha avanzato candidature di parte o rivendicato il diritto/dovere di scegliere il candidato senza avere la maggioranza, e chi, come noi, ha fatto prevalere un principio di responsabilità, ha sostenuto la necessità di discutere insieme chi eleggere, senza continue fughe in avanti e tenendo insieme la maggioranza di Governo.
È questa la strada che, dopo 7 votazioni, ha prodotto il risultato: la strada della responsabilità e del lavoro parlamentare che ha fatto crescere, votazione dopo votazione, la figura di Sergio Mattarella.
Dopo questo passaggio in diversi partiti e nell’intero centrodestra si è aperta una discussione che, qualunque esito avrà, cambierà la politica italiana ma, prima di tutto, oggi tutte le forze di maggioranza devono concentrarsi sul rilancio dell’azione di Governo, perché solo così potremo raggiungere gli obbiettivi che ci siamo dati con il PNRR, solo così potremo affrontare la questione del lavoro e dei salari di fronte agli aumenti dei costi dell’energia, solo così potremo mettere il Paese al riparo da tensioni sociali che le diseguaglianze cresciute con la pandemia possono creare.

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