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Il dopo Pisapia per Milano

Scritto da Associazione Democratici per Milano.

Giuliano Pisapia
Questo l'annuncio di Giuliano Pisapia della decisione di non ricandidarsi a Sindaco di Milano: "Ho sempre detto, e l’ho sempre dimostrato con le mie scelte, che non credo che la politica nelle istituzioni sia una professione che debba durare all’infinito. Quando mi sono candidato avevo alcuni obiettivi; il primo, forse il più importante, era quello di far rinascere la passione politica, di mostrare che la buona politica è possibile, che non ci sono i politici di professione e tutti gli altri, ma che la politica è un servizio che chiunque può prestare alla società. Volevo poi dimostrare che, se i valori sono gli stessi e se c’è un obiettivo comune, è possibile governare insieme anche se si proviene da storie diverse e abbiamo dimostrato che una sinistra matura e un centrosinistra unito e responsabile sa governare.
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La conquista del posto di lavoro

Scritto da Stefano Pasta.

Stefano PastaArticolo pubblicato da Famiglia Cristiana.
Daniele Tosadori, 22 anni, ha firmato da pochi giorni il nuovo contratto alla Midac di Soave, in provincia di Verona, terra di vigne a distesa che danno un celebre bianco intenso e delicato e di piccole e medie imprese.
Non male per un ragazzo poco più che ventenne. Vive con mamma e papà ma – dice – «il tempo indeterminato fa sognare di costruirci una famiglia». Alle dieci di sera, Daniele ha appena finito di lavorare al reparto controllo qualità, mentre la settimana prossima avrà il primo turno dalle 6 di mattina alle 14. Abita a dieci chilometri dalla fabbrica, tifa l’Hellas Verona ed è appassionato di pesca e caccia. «Dopo la scuola», racconta, «ho fatto il taglialegna nei boschi, la vendemmia e altri lavori agricoli nella zona. Sempre senza contratto».
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Il problema della formazione politica

Scritto da Lorenzo Gaiani.

Lorenzo GaianiArticolo pubblicato da Il Giornale dei Lavoratori
Quello della formazione politica è oggi un problema di prima grandezza di fronte al pressapochismo e alla mediocrità di un classe dirigente che, nella dirigenza dei partiti e nelle assemblee locali non meno che in quelle legislative, dimostra ogni giorno i danni del dilettantismo e dell’improvvisazione. Ma per dare a questo problema la giusta collocazione occorre liberarsi da alcuni pregiudizi, il primo dei quali è quello di ritenere possibile una formazione politica “neutra”. Fu questo, ad esempio, il malinteso di fondo che condizionò i famosi corsi di formazione politica avviati dalla Diocesi di Milano all’indomani del Convegno diocesano sulla carità del 1986: l’intuizione del cardinale Martini fu quella di ritenere possibile il crescere di nuove vocazioni all’agire politico attraverso un percorso formativo che tenesse insieme l’insegnamento sociale della Chiesa con la condivisione delle tecnicalità necessarie alla gestione degli strumenti istituzionali. 
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Il silenzio degli indifferenti

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco MirabelliIntervento in un incontro a Cadorago (Como).
Nelle ultime settimane sono stato in alcuni luoghi in cui le inchieste hanno segnalato la presenza della ‘ndrangheta, come a Sedriano in cui si è poi arrivati allo scioglimento del Comune o Viadana nel mantovano, ma mentre in molte realtà si trova una grande attenzione attorno a questi temi, in quei Comuni vi è stata una partecipazione esigua. È bene, quindi, che a Cadorago e nella realtà comasca, coinvolta dalle ultime inchieste, ci sia una risposta così importante da parte dei cittadini che mostra una comprensione del problema e un bisogno di reagire.
La prima questione che va affrontata, infatti, a mio avviso è quella di come riuscire a capire e poi a spiegare ai cittadini cos’è la ‘ndrangheta al Nord.