Presto le modifiche all’Italicum
Intervista di Alessandro Trocino a Dario Franceschini per Il Corriere della Sera.
Lancia un appello alla minoranza del Pd: «Ci ripensi». Chiede un Sì al referendum: «Servono leader forti». Annuncia modifiche all’Italicum: «Anche prima del referendum». Il ministro della Cultura Dario Franceschini sarebbe più contento di parlare della nuova legge del cinema, ma in un momento cruciale, alla vigilia della Direzione, non si sottrae. Pier Luigi Bersani è stufo: «È un anno che si mangia solo pane e riforme». «Veramente quest’anno si è fatto il Jobs act, la legge per il dopo di noi, le unioni civili, la legge per il cinema. Da decenni un governo non faceva tante riforme strutturali. E poi Renzi di solito viene accusato di decisionismo, non di indecisionismo».
Città metropolitana al voto
Un derby in rosa tutto interno al Pd. Domenica si eleggono i 24 rappresentanti del Consiglio metropolitano, elezioni però di secondo livello, riservate cioè agli amministratori dei 134 Comuni dell’area vasta, e dall’esito quindi più o meno scontato. L’attenzione è semmai per quello che accadrà dopo, con la composizione della minigiunta che dovrà guidare la Città metropolitana, l’ente che sta prendendo forma dalle ceneri della vecchia Provincia. La squadra metropolitana sarà composta da non più di otto assessori (una decisa dieta rispetto ai dodici del mandato scorso) e tra questi anche il vicesindaco, il numero due operativo di Beppe Sala (il sindaco metropolitano coincide infatti per legge con quello del capoluogo).
Il No senza argomenti
Ricorso al Tar? Siamo alle comiche. L'eterogenea pattuglia del No si scaglia contro la formulazione del quesito semplicemente perche' illustra chiaramente per cosa sono chiamati a votare i cittadini. Improvvisamente dopo oltre due anni di votazioni in Parlamento e dibattiti di ogni specie scoprono solo ora per cosa e su che cosa hanno votato? E' la dimostrazione che quelli del No non hanno argomenti e quando si entra nel merito della questione non sanno che pesci prendere.
L'accordo sul clima
Martedì nell’aula della plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo è stato salutato con un lungo, fragoroso applauso il voto con cui abbiamo ratificato l’accordo sul clima di Parigi.
E’ la fine di una lunga battaglia politica e diplomatica vinta soprattutto dall’Unione europea, dagli eurodeputati e dalle forze progressiste riunte nel Gruppo dei Socialisti e Democratici.
Non è la fine della storia, anzi, la vera battaglia inizia ora. Il 2014 è stato l’anno più caldo degli ultimi 136 anni, cioè da quando si registrano le temperature. Il 2015 è stato più caldo del 2014 e il 2016 si avvia ad essere più caldo dell’anno scorso.
E’ la fine di una lunga battaglia politica e diplomatica vinta soprattutto dall’Unione europea, dagli eurodeputati e dalle forze progressiste riunte nel Gruppo dei Socialisti e Democratici.
Non è la fine della storia, anzi, la vera battaglia inizia ora. Il 2014 è stato l’anno più caldo degli ultimi 136 anni, cioè da quando si registrano le temperature. Il 2015 è stato più caldo del 2014 e il 2016 si avvia ad essere più caldo dell’anno scorso.