Italia e PD: prospettive dopo il referendum
Al Referendum Costituzionale abbiamo subito una sconfitta pesante, che Renzi non ha nascosto, come si è potuto sentire dal discorso fatto in Assemblea Nazionale.
La Riforma Costituzionale, oggetto del referendum, è stata il senso e l’obiettivo di questa legislatura.
Questa legislatura e il precedente Governo si erano formati attorno all’idea di fare una Riforma Costituzionale perché l’Italia ne aveva bisogno, così come c’era bisogno di riscrivere un patto tra i cittadini e la politica perché era in crisi la credibilità delle istituzioni ed erano già arrivati molti segnali in tal senso.
Referendum, un'occasione persa
L’esito del referendum è chiarissimo: 59% no, 41% sì. Si tratta, secondo me, di un’occasione persa. Bisogna però ricordare che la democrazia del popolo che si esprime è sempre la più alta forma di democrazia e, in quanto tale, va sempre rispettata.
Permettetemi però una riflessione sull’ occasione persa. Purtroppo il vero oggetto del quesito referendario è stato valutato dagli italiani in maniera residuale, mentre il voto si è concentrato su di un giudizio inerente il Governo. Il referendum si è trasformato, così, in una consultazione sintetizzabile nel “Renzi Sì” contro il “Renzi No”. Può un referendum costituzionale così determinante diventare un giudizio politico sul Presidente del Consiglio? A mio avviso no, è fuorviante.
Italia e PD: prospettive post-referendum
C’è l’esigenza di riflettere sul post-referendum. Non tutto il PD era allineato sulla proposta di Riforma Costituzionale ma ora portiamo a casa una sconfitta coente, senza mezzi termini.
Le ragioni di questa sconfitta sono tante così come tanti sono sicuramente anche gli errori che sono stati fatti lungo il percorso ma credo anche che tutto debba essere inquadrato in un contesto generale che riguarda una tendenza oramai in atto da tempo e che coinvolge anche il resto dell’Europa e del mondo.
Col No ho perso anch'io
"Non mi nascondo dietro un dito. Ho creduto da lunghissimo tempo nella necessità di una revisione in punti cruciali della seconda parte della Costituzione repubblicana" e "aver visto fallire, lo scorso 4 dicembre, il terzo o quarto tentativo di riforma è certamente stata una sconfitta anche per me". Lo dice in un'intervista al Messaggero il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. "Da quando è partita la campagna elettorale, con smisurato anticipo e procedendo per un inusitato tempo di svolgimento, c'è stata una corrente di opinione e politica che almeno apparentemente non ha negato la necessità di una revisione della seconda parte della Carta ma ne ha drasticamente criticato e rifiutato il testo di legge in cui si era concretizzata in Parlamento la riforma da molti non negata in principio", osserva.