Se si cerca di allungare i tempi, il PD non ci sta
«Il Pd ha fatto la sua proposta sul Mattarellum, apriamo un tavolo di discussione e vediamo cosa succede. Ma se sulla legge elettorale c’è un tentativo di allungare i tempi della legislatura, il Pd non ci sta», spiega Ettore Rosato, capogruppo dem alla Camera.
Il Pd ha proposto un confronto prima del 24 gennaio, quando la Consulta dovrebbe pronunciarsi sull’Italicum. Finora non ha risposto formalmente nessuno. Se ne riparla a fine gennaio in Parlamento?
«Vedremo alla ripresa dei lavori parlamentari. Il Pd si è posto con un approccio ampio per valutare le disponibilità di tutte le forze politiche fin da subito, anche perché in commissione alla Camera non è stata calendarizzata la discussione della legge elettorale».
Sulle riforme nessuno stop
Ad un mese esatto dalla caduta del governo Renzi, sembra avanzare la voglia di riavvolgere il nastro. Quel nastro. Prima l’ansia del cambiamento a tutti i costi, ora pian piano, l’ansia opposta di resettare quanto fatto. E se cresce la voglia di tornare al proporzionale nei partiti, al governo si lavora subito per gli aggiustamenti. Alla Buona scuola e al Jobs Act, forse per recuperare i voti pd persi. Magari quelli più a sinistra. «Una cosa è intervenire sui dettagli, un’altra è mettere in discussione tutto», premette subito Lorenzo Guerini, vicesegretario nazionale pd rispetto al lavoro fatto dal governo Renzi in mille giorni.
Nostalgia di proporzionale
Vi sono molte persone, da ultimo il sen. Moscardelli oggi sull'Unità, che sostengono che la Prima Repubblica non è poi da demonizzare perché fu una fase di grande sviluppo economico e sociale e il maggioritario non è la panacea di tutti i mali, e il Mattarellum men che meno.
Certo, che il periodo 1946-1992 abbia segnato una fase di grande sviluppo per il Paese è fuori discussione, anche se occorrerebbe capire quanto di quello sviluppo sia stato frutto di una vera e propria progettualità politica e quanto sia stata espressione di un accompagnamento della politica nei confronti delle forze sociali ed economiche.
Certo, che il periodo 1946-1992 abbia segnato una fase di grande sviluppo per il Paese è fuori discussione, anche se occorrerebbe capire quanto di quello sviluppo sia stato frutto di una vera e propria progettualità politica e quanto sia stata espressione di un accompagnamento della politica nei confronti delle forze sociali ed economiche.
Prospettiva per il 2017
Il 2017 si presenta come un anno difficile per l’Italia, per l’Occidente e per il Mondo. Terrorismo e immigrazione ci condizionano e rischiano di dettarci agenda e programma senza sapere dove si andrà a finire. L’Italia esce male soprattutto con il risultato del Referendum, che verrà interpretato come “gli italiani non vogliono cambiare”! Credo che passerà molto tempo prima che, in una Legislatura, a qualcuno venga voglia di affrontare il tema costituzionale, che a mio avviso esiste. Forse potrà prendere corpo l’elezione di una Assemblea Costituente parallela al Parlamento ma per ora non è questo il problema.
Abbiamo avuto il caso America e non sappiamo ancora quali saranno gli effetti dell’elezione di Trump, abbiamo avuto la Brexit e gli effetti saranno negativi rispetto all’Idea “Europa Unita” e non sappiamo per quanto dureranno.