Prospettiva per il 2017
Il 2017 si presenta come un anno difficile per l’Italia, per l’Occidente e per il Mondo. Terrorismo e immigrazione ci condizionano e rischiano di dettarci agenda e programma senza sapere dove si andrà a finire. L’Italia esce male soprattutto con il risultato del Referendum, che verrà interpretato come “gli italiani non vogliono cambiare”! Credo che passerà molto tempo prima che, in una Legislatura, a qualcuno venga voglia di affrontare il tema costituzionale, che a mio avviso esiste. Forse potrà prendere corpo l’elezione di una Assemblea Costituente parallela al Parlamento ma per ora non è questo il problema.
Abbiamo avuto il caso America e non sappiamo ancora quali saranno gli effetti dell’elezione di Trump, abbiamo avuto la Brexit e gli effetti saranno negativi rispetto all’Idea “Europa Unita” e non sappiamo per quanto dureranno.
A livello Internazionale ed europeo possiamo dare un contributo nel senso di spingere verso alcune iniziative e innovazioni ma non molto di più. Dobbiamo contribuire al superamento della crisi libica. Ma il nostro compito resta principalmente Italia.
L’ultima legislatura, tuttora in essere, fotografa un sistema politico tripolare, difficile quindi renderlo governabile con una visione strettamente bipolare. Le tre forze sono a un livello analogo secondo le previsioni: PD, Movimento 5 Stelle e Centro-Destra.
Del Movimento Cinque Stelle non si conoscono le idee in merito a politica estera e economica: un rischio non da poco per l’Italia.
Il Centro-Destra è diviso tra governativi o responsabili e populisti in stile Le Pen.
Rimane il Pd con qualche alleanza possibile a sinistra e al centro. Questa è l’unica alternativa di governo e governabilità, quindi, è qui che bisogna lavorare.
Il Referendum ci ha segnalato il distacco dei giovani e del Sud oltre alle problematiche sociali derivate dalle disuguaglianze e dalla disoccupazione. Bisogna fare delle scelte programmatiche in tale direzione, dunque, senza promettere la Luna.
Il Partito Democratico deve cominciare a muoversi a tutti i livelli, a mobilitarsi, a raccoglier nuovi iscritti senza cadere nelle sirene del ”tutta sinistra”, spazio che oramai non c’è più.
Se nascesse una forza di sinistra di responsabilità governativa, bisogna agganciarla come pure quel centro che non può rimanere con Berlusconi e Salvini. Occorre, quindi, un sistema elettorale con tagli ma che consenta a forze potenzialmente valide di esistere.
Il Mattarellum può andare bene, con qualche modifica. L’Italicum che uscirà dalla Consulta pure, sintonizzando il Senato. Su uno o sull’altro sistema bisognerà chiudere senza che qualcuno pensi che si scelga una linea contro qualche forza. Poi sotto con giovani, disoccupazione, opere nel mezzogiorno.
Se riesce la mobilitazione possiamo vincere e dare all’Italia un governo stabile per 5 anni che superi le secche.