Stiamo lavorando per il Paese e stiamo ottenendo risultati

Questa Festa è un’occasione perché ci siamo confrontati spesso durante il lockdown sulle piattaforme online, però credo che abbiamo bisogno anche di guardarci in faccia mentre ci diciamo le cose e abbiamo bisogno anche di raccontare le cose perché, se stiamo al racconto dei giornali e di chi fa politica dalle testate giornalistiche anziché raccontare i fatti (purtroppo è un vezzo italiano), rischiamo di non capirci niente.
Penso che dobbiamo ripartire da un anno fa per riuscire a capire, a dare un giudizio e a trovare le ragioni e l’orgoglio che il Partito Democratico deve avere per le cose che abbiamo fatto in quest’anno e per le cose che stiamo facendo.
Un nuovo soggetto politico d’ispirazione cristiana?

Avevo sottoscritto il Manifesto Zamagni (che ipotizza la creazione di un «soggetto politico “nuovo” d’ispirazione cristiana e popolare») un po’ affrettatamente, senza averlo cioè debitamente approfondito. E per questo mi scuso. L’ho “studiato” in questi giorni, leggendo anche le tante, diverse opinioni che sul tema sono state espresse. E sono arrivato alla conclusione (o quasi) che l’idea, oggi, di un “partito cattolico”, pur aperto a credenti e non, non mi convince. Certo, condivido in partenza una visione personalista dell’economia, della società, e dello Stato ‒ uno Stato in ogni caso radicato nella prospettiva europea, e nel quale la “cosa pubblica” funzioni al meglio ‒, la piena valorizzazione delle formazioni sociali e dei corpi intermedi (come si conviene a un ben inteso principio di sussidiarietà), la difesa della persona, della sua dignità in tutti gli stadi di vita, e della famiglia.
Baranzate e l'Europa

Video»»
Un “partito di cattolici”?

Il confronto a tre voci ospitato dal n. 2/2020 di «Appunti» fra tre intellettuali di alto livello (Stefano Zamagni, Franco Monaco e Filippo Pizzolato) non può non suscitare l’interesse e provocare in qualche modo una “risposta” in chi, come chi scrive, con queste tematiche si è misurato da molti anni e che, con Alberto Monticone e Lino Prenna, ha dato vita all’Associazione «Agire Politicamente», che (eravamo nel 1990, dunque ben trent’anni fa) gli stessi problemi si era proposta di avviare a soluzione grazie ad un serrato confronto intellettuale prima che partitico.