Non sparate sul marketing della cultura
Intervista a Dario Franceschini di Francesco Erbani - La Repubblica
E’ appena un varco. Nel decreto cultura varato dal Consiglio dei Ministri, che è in attesa degli ultimi passaggi formali, spunta una norma che consente a musei, biblioteche, archivi di assumere a tempo determinato giovani laureati in storia dell`arte e in altre discipline. E ciò in deroga ai limiti imposti alle amministrazioni diverse dai beni culturali. Niente più che uno spiraglio di luce, occorre aspettare per capire quanto grande, in strutture che però già impiegano tanti precari, dove il personale è scarsissimo e quello che c`è supera, in media, i 55 anni. È comunque una misura che il ministro Dario Franceschini inserisce in quelle che vorrebbe riportassero la cultura al centro di una politica assolutamente distratta.
Quando ha governato il centrodestra»
Decreto casa, le misure per l’emergenza
Il decreto sull’emergenza abitativa che abbiamo approvato ieri al Senato, dopo un importante lavoro che ne ha migliorato il testo, raccogliendo proposte ed osservazioni venute da tutte le associazioni che rappresentano inquilini, imprese e proprietari, è un segnale concreto di cambiamento. Si tratta di un provvedimento innovativo che sui media rischia di essere travolto dalla campagna elettorale e che merita invece di essere valorizzato, perché dà risposte concrete al dramma sociale di chi è senza casa.
Per la prima volta dopo oltre 15 anni, si mettono in campo politiche pubbliche per l’abitare che guardano al futuro e si decidono una serie di interventi, con la consapevolezza che la risposta garantita fino al 1998 dalla costruzione dei grandi quartieri popolari con i fondi Gescal non è più proponibile.
Innanzitutto, con questa legge si investono risorse pubbliche significative su tre filoni di intervento.
Seconde generazioni, sviluppo per l'economia italiana
Articolo pubblicato da La Repubblica.
"Seconde Generazioni al Top? Si può fare...". Lo dice Malindu Perera, ventisettenne nato in Sri Lanka ma cresciuto a Milano da quando aveva 11 anni. Porta come esempio la società milanese che ha creato: "Esportiamo alimentari (pasta, oli, aceti) in Asia e ora ci siamo specializzando nei prodotti freschi. Spesso il Made in Italy non riesce a superare barriere linguistiche e culturali; penso allo Sri Lanka: è appena uscito da una guerra, servono infrastrutture e investimenti nel turismo, ma le società italiane faticano a sfruttare queste opportunità. Noi, figli degli immigrati, possiamo fare da ponti e aprire porte in vari settori". Del resto, secondo la Camera di Commercio di Milano, le imprese guidate da stranieri residenti in Italia - senza quindi contare le seconde generazioni con cittadinanza italiana - creano 718 mila posti di lavoro.
"Seconde Generazioni al Top? Si può fare...". Lo dice Malindu Perera, ventisettenne nato in Sri Lanka ma cresciuto a Milano da quando aveva 11 anni. Porta come esempio la società milanese che ha creato: "Esportiamo alimentari (pasta, oli, aceti) in Asia e ora ci siamo specializzando nei prodotti freschi. Spesso il Made in Italy non riesce a superare barriere linguistiche e culturali; penso allo Sri Lanka: è appena uscito da una guerra, servono infrastrutture e investimenti nel turismo, ma le società italiane faticano a sfruttare queste opportunità. Noi, figli degli immigrati, possiamo fare da ponti e aprire porte in vari settori". Del resto, secondo la Camera di Commercio di Milano, le imprese guidate da stranieri residenti in Italia - senza quindi contare le seconde generazioni con cittadinanza italiana - creano 718 mila posti di lavoro.
Malindu è il presidente del Lotus Club»
Spezzare catena tra sanità e politica
La richiesta di un versamento, seppur volontario, alle casse della Lega formulata a Direttori Generali e ad altre figure di vertice di ASL e aziende ospedaliere - secondo la notizia diffusa dal quotidiano La Repubblica secondo cui alcuni direttori generali di aziende ospedaliere e Asl, nominati dalla giunta regionale, sarebbero stati sollecitati da un loro parigrado a riconoscere al proprio partito, la Lega, un obolo di sei o tremila euro, in ragione del ruolo ricoperto - dimostra che il filo che tiene insieme politica e sanità lombarda è da rescindere definitivamente. Ci aspettiamo dal Presidente leghista Maroni un cambio repentino di direzione, che spezzi una volta per tutte questa insana catena. Se vuole il governatore può cambiare in fretta la legge sulle modalità di nomina dei vertici della sanità, accogliendo la nostra proposta che prevede un metodo di selezione esclusivamente legato al merito.