Il diritto alla salute e allo sviluppo

Signor Presidente,Lei ha ringraziato giustamente i tanti insegnanti, io vorrei che si associasse con noi al ringraziamento alle tantissime persone che ogni giorno lavorano nella sanità e nel welfare del nostro paese, in alcuni casi, in condizioni francamente preoccupanti. Condivido quando ha detto, che bisogna cambiare, ma sono ancora più convinta che bisogna cambiare innovando. Abbiamo a che fare non solo con un servizio sanitario nazionale, ma con un diritto: quello alla salute, unico diritto che la Costituzione indica come fondamentale, con una definizione di salute da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità come benessere fisico e psichico delle persone.
Bisogna tutelare, ma per tutelare occorre
Note dalla Lombardia

In queste ore pare fermata la repressione violenta delle manifestazioni, e si apre la speranza di elezioni regolari, con la liberazione dei dissidenti. Già è stata liberata Yulia Tymoshenko, leader dell'opposizione, per la quale avevo presentato una interrogazione in Regione, due anni fa, a cui Formigoni non rispose mai.
Lavoro e diritti: un film archeologico

Secondo il regista Stefano Collizzolli, “Il Pane a Vita”, prodotto dalla Caritas di Bergamo, dalla Fondazione Bernareggi e da ZaLab, è «un film archeologico». Così ne riassume l’incipit: «C’era una volta, in Italia, il lavoro. Quello che fonda la Repubblica, e quello su cui generazioni di italiani hanno fondato e costruito le loro vite, le loro famiglie, il loro essere cittadini. Quello con i diritti e le garanzie. C’era una volta, e non c’è più.
La crisi economica ha dato il colpo di grazia ad un modello già da tempo messo all’angolo, già distante dall’esperienza di sopravvivenza quotidiana dei trentenni del nostro Paese».
Oltre 9 milioni di italiani in età da lavoro
Shoah: le farneticazioni di Capotosti

Settanta anni fa esatti, in questi giorni, mio padre veniva arrestato in strada a Firenze, per la colpa di essere nato ebreo. Era in Via Cavour a Firenze, uscito dal rifugio per procurare cibo per se e per i miei nonni. Era il 6 Febbraio del 1944. Fu incarcerato alle Murate a Firenze, da li fu trasferito al campo di Fossoli, Carpi, dove dopo qualche settimana lo raggiunsero i suoi genitori e con loro il 16 Maggio fu deportato ad Auschwitz.