Non mi rassegno alla scissione
"Perché? Questa domanda mi tormenta da giorni e non riesco a trovare una risposta. Perché? E non me lo chiedo solo io, ma me lo chiedono tante persone che incontro. Sia militanti che guardano a Renzi, sia simpatizzanti della minoranza. E anche tanta gente che non ha votato Pd. E a quel perché non c'è una risposta plausibile". Piero Fassino non si rassegna alla scissione, e appena prima di andare alla Direzione del Pd assediata dalla protesta anche violenta di tassisti e ambulanti, lancia un appello ai dirigenti del suo partito che vogliono andarsene: "Siamo sull'orlo di un baratro. Fermatevi prima di precipitare".
Io sto convintamente nel PD
Non avrei mai voluto scrivere queste righe, non per la mia scelta, io sto convintamente nel PD, io ho sostenuto e sosterrò Matteo Renzi nel suo impegno di rilanciare l'Italia. Però che sofferenza, che tristezza, la storia di questi giorni pare ormai decisa, manca solo un pezzetto, quello del Presidente Emiliano, vedremo oggi.
Dicevo che tristezza, domenica ero all'assemblea nazionale, inchiodato per ore a sentire interventi di grande spessore, dalla relazione di Renzi agli interventi di molti e autorevoli donne e uomini del PD, Piero Fassino, Dario Franceschini, Teresa Bellanova per citarne alcuni e un grande e generoso Walter Veltroni che è tornato apposta per un appello fatto con il cuore e con quella saggezza politica che mi ha sempre affascinato anche se non arriva dalla mia storia.
Tutti si impegnino a evitare di indebolire il Pd
Articolo pubblicato su Huffington Post e intervento all’incontro PD “Nord Sud Ovest Est” nel Municipio 9 di Milano (video).
I dati riguardanti le ultime tornate elettorali nell’area milanese sono molto importanti perché non sono soltanto dei numeri ma contengono anche grandi temi politici che sono gli stessi che attraversano le dinamiche internazionali dell’ultimo periodo.
Ci sono, infatti, grandi tematiche politiche che stanno cambiando il mondo e che richiedono alla sinistra uno sforzo di riflessione.
In questa fase siamo già arrivati molto oltre l’antipolitica. Trump e Marine Le Pen raccontano un mondo che non si spiega più dentro la dialettica destra/sinistra e con le vecchie categorie e non è sufficiente neanche l’antipolitica a spiegarlo.
Il PD nasce per unire
Il Partito Democratico nasce con un'ambizione politica. Non come operazione tecnica. Non è un assemblaggio, è una nascita.
Nasce per superare le storie diverse del pensiero riformista italiano e i suoi diversi limiti e ritardi. Nasce per superarle non per cancellarle. Nasce perché le ricette storiche non bastavano più. Nasce per combattere la paura del futuro, costruendolo dal basso. Perché il riferimento sociale al quale guardavano le singole componenti originali andava allargato, perché la stagione dell'individualismo e della deregulation andava fermata mettendo di nuovo al centro il cittadino e regole uguali per tutti, per ridare forza all'idea di comunità; nasce per dire che di una sinistra nuova, basata sul miglior risultato del '900, la Democrazia, e di una capacità di tenere insieme libertà d'impresa, crescita economica e giusta ripartizione della ricchezza, c'è un disperato bisogno. Nasce per combattere i conservatorismi, in ogni campo, e per investire su talenti e meriti, analizzando i nuovi bisogni.