Questa storia insegna rispetto
Il senatore Franco Mirabelli è tra i primi a intervenire sul caso Graziano. Oltre che commissario provinciale del partito è anche capogruppo in commissione Antimafia. Nella variegata geografia del Pd di Terra di Lavoro l’area che fa capo al consigliere regionale di Teverola, che comprende numerosi sindaci dell’agro aversano, ha sempre sostenuto il suo lavoro alla guida del partito, appoggiandone le scelte, anche difficili. Ora Mirabelli dice: «La vicenda di Stefano deve far riflettere».
Senatore, chi deve riflettere?
La divisione della sinistra apre la porta al populismo
"La scissione in corso mi sembra la scissione dell'atomo: ci sono già quattro partiti di sinistra. Se ci fossero le elezioni in questo momento, sulla base dei sondaggi di cui disponiamo, non verrebbe certo affidato l'incarico di formare un nuovo governo ad un esponente della sinistra. Sia il Movimento 5 Stelle sia la destra di Salvini hanno più voti (specie se alleati tra loro) di quanti possa averne un esponente del centrosinistra e questo è il capolavoro che si è creato attraverso questa situazione che ha portato ad una lacerazione del Pd". Lo dice Walter Veltroni, intervistato da Eugenio Scalfari su Repubblica. "Può accadere che ci siano tre schieramenti, tutti intorno al 30 per cento e che per conseguenza il Paese si trovi di nuovo senza maggioranza. Se questo accadrà la democrazia rischia di andare in una crisi molto seria. Questa è la posta in gioco e per questo la divisione del Pd è particolarmente grave e irresponsabile", afferma, spiegando di aver sentito l'esigenza di dire questo nel suo discorso all'Assemblea del Pd, cui "ho deciso di andare nonostante fossero anni che non partecipavo più".
Appoggio Renzi per far vivere nel Pd la sinistra delle riforme
Sgombrato il campo dai sospetti circa la corsa al voto a giugno, adesso si può finalmente parlare di politica. Almeno ci spera, Piero Fassino, ultimo segretario Ds, tra i fondatori più convinti del Pd e tra coloro che più si sono spesi per evitare la scissione che invece si è consumata. Una scissione, spiega, di cui non riesce a cogliere le ragioni politiche, tanto più da parte di chi ha un’idea diversa da Matteo Renzi, «il congresso serve a questo, a fare una discussione e anche una battaglia, sulle idee». Dunque, un errore la scissione. Ma gli errori non stanno solo da una parte. All’ex premier, che sosterrà nella corsa alla segreteria dice: «Attenzione ai riformisti calati dall’a l to senza il sostegno del popolo e senza un partito».
In California in cerca di idee anti-populisti
"Sto girando e continuerò a farlo. Ora che mi sono dimesso da tutto sono un uomo libero. Sono stato a San Francisco ma anche a Scampia e lunedì andrò a Cernusco sul Naviglio". Lo afferma Matteo Renzi in un colloquio in apertura del Messaggero dopo il suo viaggio in California, dove dice di aver "preso appunti" per il 10, 11 e 12 marzo quando al Lingotto "apriremo i cantieri sul programma: Il Pd deve far notizia per le cose che propone e noi di idee ne abbiamo tante, ma siamo aperti al contributo di tutti". Renzi difende a spada tratta il lavoro fatto con il Jobs Act, come "tutti i tre anni di grandi passi avanti", ma è un tassello al quale ne vanno aggiunti altri per rispondere alla questione di fondo: come sostenere un sistema di protezione a chi resta fuori dal processo di innovazione. "Fermare il progresso e la tecnologia o pensare di rallentare è assurdo", sostiene l'ex premier: "Le invenzioni, dalla stampa all'automobile, hanno avuto sempre ricadute sociali.