Rallentare non vuol dire essere meno produttivi

Il sindaco Beppe Sala dice che Milano deve rallentare.
«Lo so, è una delle prime cose che ho letto ieri mattina. Sono d’accordo con lui».
Scusi, ma voi industriali non dovreste ambire a una Milano da Formula 1, in grado di correre ai 300 all’ora?
«Capiamoci - mette le mani avanti il presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi -. Rallentare non vuol dire essere meno produttivi ma solo vivere meglio. Proprio grazie a una migliore qualità della vita Milano può guadagnare in benessere economico. E allora mi permetta di rilanciare».
La rivoluzione anti-smog

«Da Milano deve partire la rivoluzione del rallentamento». A dirlo è il sindaco della città più «frenetica» d’Italia. Beppe Sala è a Parigi da sabato. Ha appena concluso il suo intervento a C40 Cities, il network delle metropoli internazionali impegnate nella tutela dell’ambiente. Tra il voto sull’autonomia lombarda e la lotta in difesa dell’ambiente ha scelto la seconda, provocando la reazione di Roberto Maroni. Questioni di priorità. Con altri 11 sindaci ha firmato il patto che prevede aree a zero emissioni entro il 2030. Tempi lunghi che contrastano però con l’emergenza smog di questi giorni.
Milano città più smart d'Italia

Commercio, antiracket, legalità
Occupandomi di criminalità organizzata, posso dire che abbiamo la certezza che oggi c’è una consistente presenza della ‘ndrangheta al Nord, con dei veri e propri insediamenti, anche se non omogenei su tutto il territorio. La caratteristica principale di questa situazione è che la ‘ndrangheta è al Nord per starci.
Noi, solitamente, abbiamo l’idea di una criminalità organizzata che arriva al Nord con le valigette piene di soldi guadagnati dalla droga e da investire in borsa, mentre in realtà non è così.