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Rallentare non vuol dire essere meno produttivi

Written by Corriere della Sera.

Milano
Intervista del Corriere della Sera a Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda.

«Lo so, è una delle prime cose che ho letto ieri mattina. Sono d’accordo con lui».
Scusi, ma voi industriali non dovreste ambire a una Milano da Formula 1, in grado di correre ai 300 all’ora?
«Capiamoci - mette le mani avanti il presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi -. Rallentare non vuol dire essere meno produttivi ma solo vivere meglio. Proprio grazie a una migliore qualità della vita Milano può guadagnare in benessere economico. E allora mi permetta di rilanciare».
Come?
«L’ambizione di Milano dovrebbe essere diventare la prima città in Europa per qualità della vita. Inoltre l’area metropolitana dovrebbe gettare il cuore oltre l’ostacolo e annunciare che dal 2030 qui potranno circolare solo auto elettriche».
Cambiare l’auto costa.
«Ho detto dal 2030. I cittadini avrebbero tutto il tempo per cambiare l’auto. Ma si darebbe una prospettiva di sostenibilità alla città. E la si renderebbe ancora più attrattiva».
I produttori d’auto che hanno già scelto l’elettrico apprezzerebbero.
«Una scelta del genere darebbe anche un impulso alla filiera dell’auto. Come vede, tutto si tiene».
Anche il cambiamento delle caldaie darebbe una spinta all’industria...
«Lavorare adesso per la Milano di domani fa bene all’economia. Ma il punto è anche un altro».
Migliorare l’attrattività delle imprese che operano in questo grande hub dei servizi?
«Infatti. Pensi a Ema, l’Agenzia europea del farmaco. Se si trasferirà a Milano, come tutti speriamo, sarà anche merito del nostro saper vivere, riconosciuto in tutto il mondo».
Anche le riqualificazioni urbane andrebbero fatte all’insegna della sostenibilità.
«Certo. A partire dalla riqualificazione degli ex scali ferroviari».
Per avere più parchi e più verde bisognerebbe contenere gli indici di edificabilità.
«Gli spazi belli e vivibili diventano anche sostenibili sul piano economico».
A Milano si sperimenta il lavoro agile. Ai dipendenti è spesso lasciata la libertà di lavorare da casa.
«Esatto. Anche Assolombarda dà questa possibilità. La produttività migliora. E la città “rallenta”, come dice il sindaco».
Milano porto franco per un’élite di lavoratori ad alta qualificazione? E il popolo dei mille euro al mese?
«Il detto Milan col coeur in man (Milano con il cuore in mano, ndr;) non è una frase fatta. La sostenibilità è tale se tiene conto anche della dimensione sociale. Per questo la vivibilità delle periferie non può che fare parte dello stesso disegno. Insieme con l’inclusione e la gestione dell’immigrazione».
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