Biotestamento, svolta al Senato
Dopo 50 sedute di commissione, 3.500 emendamenti, oltre 80 richieste di audizione, decine e decine di iscritti a parlare e l'appello di quattro senatori a vita, Elena Cattaneo, Mario Monti, Renzo Piano e Carlo Rubbia, pubblicato ieri da Repubblica, la legge sul biotestamento, osteggiata da una parte del mondo cattolico, è arrivata ad un punto di svolta al Senato. La relatrice Emilia De Biasi (Pd), annuncia che si dimetterà la settimana prossima, per riuscire così a portare il testo in aula aggirando l'ostruzionismo in commissione.
Il PD si candida a continuare la stagione di riforme iniziata
Abbiamo di fronte alcuni passaggi molto importanti.
Ci avviamo, infatti, verso le elezioni.
Alla Camera dei Deputati è stata approvata una nuova legge elettorale e al Senato contiamo di approvarla definitivamente nelle prossime settimane.
Si tratta di una legge elettorale importante. Non è certamente la legge che avremmo voluto: all’Italia servirebbe una legge elettorale in grado di garantire ai cittadini la possibilità di scegliere chi governa e di mettere chi vince le elezioni nelle condizioni di poter governare per una legislatura.
I dieci anni del Partito Democratico
Gli anniversari, quando non sono un rito, sono essenzialmente un pretesto per parlare d’altro, giacché generalmente il giudizio sul passato viene filtrato con gli occhi dell’oggi, e chi ha interessi politici specifici ha la tendenza, anche comprensibile, a riscrivere la storia basandosi sulle esigenze del presente. Così, il dibattito sul Partito Democratico a dieci anni dalla sua nascita ufficiale con le elezioni cosiddette “primarie” (ossia aperte al pubblico e non solo agli aderenti al partito) svoltesi nell’ottobre 2007 che portarono al trionfo di Walter Veltroni, è in realtà uno dei tanti aspetti dell’eterna campagna elettorale in cui il nostro Paese è immerso, e i giudizi sulle vicende di due lustri fa sono piegate sulle esigenze dell’oggi, con un occhio al domani e al dopodomani.
Coalizione ampia senza veti
"Si va verso una coalizione ampia di centrosinistra, senza veti a nessuno". Nemmeno a D'Alema? "A nessuno, costruiamo però le condizioni per essere coesi sul programma". Lo afferma al Corriere della Sera il capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato. Il centrosinistra, spiega Rosato, "lo vogliamo federare sul serio, perché è necessario per vincere. Guardando quello che accade in Europa e nel mondo, chi non vuole la vittoria delle destre e dei populisti deve mettersi insieme". Con Silvio Berlusconi, prosegue, "siamo alternativi. Loro hanno un progetto politico subordinato alla destra di Salvini e Meloni, ma lontano mille miglia dalla nostra lettura della società. Tutte le promesse di Berlusconi confermano come tra noi e loro ci sia un solco non colmabile". 


