La grande scommessa sono le periferie
«Le periferie sono la grande scommessa delle città». Ne è convinto Renzo Piano, che stavolta preferisce parlare non solo da architetto ma anche da senatore a vita e, soprattutto, da «uno di periferia».
Sembra un passato ormai lontano quello del Piano Renzo nato a Pegli, quartiere della Genova di Ponente. Sembrano giorni ormai trascurabili quelli in cui il giovane Piano Renzo abitava «al Lambrate, in via Valvassori Peroni», dopo aver preferito «l’altamente imperfetta Milano» alla «troppo perfetta Firenze».
Invece il suo legame con le periferie va avanti anche ora che l’archistar a Milano vi atterra. Via Parigi.
Sembra un passato ormai lontano quello del Piano Renzo nato a Pegli, quartiere della Genova di Ponente. Sembrano giorni ormai trascurabili quelli in cui il giovane Piano Renzo abitava «al Lambrate, in via Valvassori Peroni», dopo aver preferito «l’altamente imperfetta Milano» alla «troppo perfetta Firenze».
Invece il suo legame con le periferie va avanti anche ora che l’archistar a Milano vi atterra. Via Parigi.
Completeremo la riqualificazione a Ponte Lambro
Risposta di Beppe Sala, sindaco di Milano, a Renzo Piano sul tema delle periferie, riportata dal Corriere della Sera.
Caro Renzo, siamo stati contenti di averti incontrato nel tuo passaggio a Milano. Hai visto una città ben diversa da quella che avevi conosciuto negli anni di studio e delle tue prime esperienze di progettazione. Alcune parti, segnate dalle trasformazioni più recenti, raccontano di una Milano che guarda avanti allargando così il suo orizzonte.
Nuove regole per i magistrati in politica
La proposta di legge, approvata alla Camera dei Deputati, ora al vaglio del Senato, interviene sulla candidabilità, eleggibilità e ricollocamento dei magistrati che abbiano ricoperto incarichi politici. Il provvedimento, votato solo dalla maggioranza la scorsa settimana (M5S, Lega e Forza Italia non hanno partecipato al voto), è fondato sulla convinzione che le istituzioni rappresentative hanno bisogno di tutte le competenze, senza escluderne nessuna, compresi i magistrati (che nell’attuale Parlamento sono in tutto nove, di cui quattro in pensione).