La dignità dell’opposizione

Si possono interpretare in vario modo i risultati delle elezioni, ma non si può negare che siano chiari. Almeno per il Pd: gli italiani hanno voluto mandarlo all’opposizione.
Può dispiacere, a me dispiace, ma la scelta è stata quella. Colpisce oggi il numero di giornalisti, intellettuali, attori, che si improvvisano esperti politici per suggerire al Pd una lettura meno severa dei risultati, per indurlo a un atteggiamento più morbido e consentire a chi ha detto di aver vinto di potere vincere.
L'esito elettorale e come ripartire
L’Assemblea del PD del Municipio 9 di Milano in Affori è la quinta a cui ho partecipato in questi giorni.
In tutte queste assemblee, mi hanno colpito la presenza di tante persone alla discussione ma soprattutto la qualità del dibattito, la ricerca e la voglia di approfondire le ragioni della sconfitta, senza scorciatoie.
Non vedo tutto questo nella discussione nazionale che viene riportata dagli organi di stampa.
Quando ragioniamo sul risultato elettorale dobbiamo evitare che la discussione sia polarizzata tra chi spiega che la colpa della sconfitta è attribuibile a Renzi e chi, invece, spiega che è di coloro che hanno impedito a Renzi di lavorare in quanto in disaccordo con lui.
Non si può trattare con chi pensa ai dazi

«La fase non è facile per il Pd» ammette Ettore Rosato, ex capogruppo, che dà il nome alla legge elettorale, il “Rosatellum”, con cui è stato eletto questo Parlamento.
Rosato, i Dem hanno deciso di fare solo gli osservatori?
«Assolutamente no. Ma non siamo andati a caccia di poltrone a prescindere da altre valutazioni e soprattutto abbiamo preso atto che tra Salvini e Di Maio c’era un accordo solido con Berlusconi come ruota di scorta, in vista di un’alleanza che punta al governo del Paese. Nessuno dei due ha mai messo in dubbio che le presidenze fossero già decise».
Brexit: a che punto siamo?
