Contenti che finisca il Governo giallo-verde
"Ringraziamo Conte perché ha portato in Parlamento la crisi, cosa non scontata in tempi in cui si vorrebbe ridurre la politica al rapporto tra capitani e popolo e ha così ristabilito un principio fondante della democrazia liberale. Ma lo ringraziamo solo per questo, perché il Premier dimissionario ha guidato un governo che è stato dannoso per il Paese, che ora è più povero, più diseguale, più diviso e più arrabbiato". Lo ha detto in Aula il senatore Franco Mirabelli, vicepresidente del gruppo del Pd (video dell'intervento).
"Il Paese è fermo - ha proseguito Mirabelli - c'è di nuovo l'incubo della crisi post 2008, sono aperte centinaia di crisi aziendali, è aumentata la pressione fiscale, quota 100 è stata pagata dai pensionati, sono aumentate le differenze tra Nord e Sud ma anche il Nord segna il passo e questa è una responsabilità collettiva, ma soprattutto di chi ha guidato l'esecutivo.
La direzione del PD
La Direzione nazionale del Pd, convocata per mercoledì 21 agosto, dovrà affrontare la discussione molto delicata su un possibile accordo di governo tra 5 Stelle e Pd, dopo la caduta del governo Conte.
È un passaggio strettissimo che afferma che la decisione, avrà una valenza fondamentale per il presente e per il futuro del Paese.
Una decisione, tra l’altro che, dovrebbe indicare finalmente una Linea chiara del partito sulla crisi e rispetto ai suoi sviluppi, visto che esponenti di minoranza del partito in questi giorni, si sono affrettati, prima della convocazione della Direzione a bruciare i tempi e pretendere di dettare la Linea del Pd.
Oggi si chiude un’esperienza di governo fallimentare
"Oggi finalmente si chiude nel luogo dovuto, il Parlamento, un’esperienza di governo fallimentare. Il discorso del Presidente Conte oggi al Senato è stato su questo punto netto e questo è un bene. Ma resta lo sconcerto per il fatto che queste durissime critiche, tutte condivisibili, all’operato e ai comportamenti di Salvini arrivino dal suo Presidente del Consiglio solo all’indomani della sfiducia. Sia Lega che 5Stelle in questi mesi sono stati impegnati solo in una continua campagna elettorale, impegnati a capire come aumentare consenso anziché a risolvere i problemi reali e complessi. E chi aveva il compito di guidare il Governo, di dirigerlo e rappresentarlo, è stato silente e accondiscendente. E purtroppo nemmeno oggi abbiamo ascoltato da Conte parole sufficienti di riconoscimento degli errori fatti in questo anno, che hanno comportato gravi conseguenze all’economia, alla qualità della vita degli italiani, all’isolamento del nostro Paese in Europa.
Finisce in un fallimento il governo del sedicente cambiamento
Con le comunicazioni di oggi del Presidente del Consiglio Conte al Senato, si è aperta ufficialmente la crisi di governo.
Il bilancio di poco più di un anno, si afferma in modo fallimentare, perché al netto delle varie schermaglie in corso tra gli attori protagonisti, alcune, istituzionalmente e politicamente indecenti, soprattutto sul piano economico, con un Paese con crescita zero, legato anche all’assenza di ingenti politiche degli investimenti, con un debito pubblico, il più alto di sempre, con molte aziende che continuano a chiudere, con il carico fiscale e burocratico non certo diminuito, con il dato occupazionale in chiaro-scuro ed infine, con i ceti-medi popolari che, non hanno visto segnali politici di avanzamento per l’adeguamento dei loro salari e stipendi al costo della vita.