Sostegno di Associazione Democratici per Milano alla mozione Renzi

Le principali motivazioni di questo sostegno, in cui la storia dell’Associazione e le idee contenute nella mozione “AVANTI, INSIEME” si sovrappongono perfettamente, sono le seguenti:
la riscoperta e la valorizzazione della cultura identitaria del Partito Democratico come luogo di incontro di sensibilità e culture diverse ma anche come comunità di donne e uomini pensanti e responsabili;
Congresso come opportunità per il futuro dell’Italia

Il Partito Democratico, nonostante le vicissitudini travagliate delle ultime settimane, è solido. Il peso reale della scissione nessuno l’ha valutato per ciò che è: sono usciti dal PD alcuni esponenti dei gruppi dirigenti ma non c’è una grande una uscita di persone dal partito.
La scissione, inoltre, è stata rappresentata come il fallimento del progetto del PD; si è cercato di accreditare l’idea che, siccome uscivano persone che venivano quasi tutte dalla storia della sinistra, al Partito Democratico sarebbe mancato il contributo della sinistra ma non è così: Maurizio Martina, Andrea Orlando, Piero Fassino sono parte di quella storia.
Avanti insieme, mozione Renzi

1. Il nostro tempo e il compito della politica
La democrazia dovrebbe essere il sistema che, meglio di qualunque altro, permette a una comunità di determinare il corso della propria esistenza.
Ma da alcuni anni, in Europa e nel mondo, è cresciuto il numero dei cittadini che hanno la sensazione di aver perso il controllo sul proprio destino, di essere in balia di forze incontrollabili, che riducono la possibilità di ciascuno di influire sulle circostanze della propria vita.
In alcuni casi si tratta di una preoccupazione di carattere economico.
Ma da alcuni anni, in Europa e nel mondo, è cresciuto il numero dei cittadini che hanno la sensazione di aver perso il controllo sul proprio destino, di essere in balia di forze incontrollabili, che riducono la possibilità di ciascuno di influire sulle circostanze della propria vita.
In alcuni casi si tratta di una preoccupazione di carattere economico.
Costruire un progetto riformatore

La prima certezza è quella, per così dire, della tenuta: piaccia o meno, l'oscillazione del pendolo elettorale del partito va dal 25% della “non vittoria” di Bersani nel 2013 al 40% ottenuto da Renzi alle elezioni europee dell'anno successivo, rendendo del tutto credibili le rilevazioni attuali che danno il partito intorno al 30%, facendone di fatto il soggetto più consistente fra quelli che si contendono credibilmente la guida del Paese. Se si pensa che dopo le elezioni del 2008 e la crisi di delegittimazione che condusse Veltroni alle dimissioni l'anno successivo il pronostico più accreditato era che il partito dovesse finire in mille pezzi di lì a pochi mesi.