I voucher erano diventati inutilizzabili
Marco Leonardi, docente di Economia politica all’Università di Milano, consigliere economico del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, è fra i padri intellettuali del Jobs Act. Ma a maggior ragione tiene a sottolineare che, per lui, la cancellazione dello strumento dei voucher non intacca la struttura delle riforme del mercato del lavoro.
«Bisogna aver seguito la vicenda dall’interno per capire che la semplice modifica dello strumento dei voucher non avrebbe portato a risultati soddisfacenti. Ormai erano stati messi troppi vincoli di ogni tipo, sulle aziende e persino sulle famiglie. Il voucher era uscito inservibile dalle discussioni per cambiarne la portata.
Lavoro e pensioni
Invitiamo a guardare i video dell’incontro "Lavoro e pensioni. La flessibilità in uscita per i lavoratori", svolto al circolo PD di Niguarda con Pier Paolo Baretta (Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze), Franco Mirabelli (Senatore) e Enrico Borg (Segretario Circolo PD Rigoldi Niguarda).
A proposito dell'abolizione dei voucher
Voucher abrogati. La paura di perdere il referendum ha prevalso sulla bontà dello strumento, da voi sempre rivendicata? "Ha prevalso la volontà di non spaccarci sui temi del lavoro, l'Italia non ne ha bisogno", risponde a Repubblica Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera. "Dopodiché lo strumento è stato logorato da un uso sbagliato". Ve ne accorgete solo ora? "La proposta di legge non nasce oggi". "Pensiamo a un nuovo strumento riservato solo alle famiglie e per i lavori occasionali. E poi a rendere più agile il lavoro a chiamata per le imprese". Non era più semplice lasciarli solo alle famiglie? "Una strada che non faceva superare il referendum e che costava qualche centinaia di milioni alla collettività".
Abbattiamo il debito
Piero Fassino considera la riduzione del debito pubblico una priorità non rinviabile per il governo Gentiloni. «Un governo che non è transitorio. Ha davanti a sè molte scadenze importanti. Una di queste è la legge di stabilità che dovrà avviare un percorso pluriennale di riduzione del debito pubblico. Questa riduzione è necessaria per liberare risorse, oggi bloccate per il pagamento degli interessi del debito, da destinare alla crescita e al rilancio degli investimenti».