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Italia, Europa e Futuro

Written by Luca Burgazzi.

Luca Burgazzi Sono queste le sfide che il Pd deve affrontare in questo prossimo congresso.
In questi anni il sistema politico è mutato profondamente; con l'avanzata dei populismi e della ormai stabilizzazione di tre poli, sembra sia ormai lontano lo schema dell'alternanza che poteva dare al nostro Paese una dose di “normalità” di cui aveva un tremendo bisogno.
Rassegnarci a questo schema sarebbe la fine del progetto politico del Pd.
Le sirene del proporzionale sono forti e le scissioni e ri-aggregazioni di questi ultimi giorni vanno proprio in questa direzione. In soli 3 mesi abbiamo fatto un passo indietro di 20 anni.
Occorre essere consapevoli che se si va in questa direzione, non sarà possibile costituire una maggioranza parlamentare e quindi un governo stabile del Paese.
Ecco perché il rilancio del Pd e della sua vocazione originaria non può essere solo un fatto di discussione interna, ma rappresenta l'unica occasione di rottura di questo schema.
Credo che sia importante che in questo congresso il Pd parli non solo a se stesso, ma al Paese. Pensare di ritornare a parlare a blocchi sociali specifici, perdendo quell'ambizione di unire e aggregare esperienze differenti, significa portare il Pd ad un ruolo minoritario non solo nelle istituzioni, ma anche nelle nostre comunità.
Il nostro Paese ha ancora bisogno di riforme capaci di dare risposta alle giovani generazioni, non in un'ottica di scontro generazionale, ma nella consapevolezza che solo insieme si superano le difficoltà. Questa è la sfida più grande.
Rimettere al centro i più deboli non può che passare da politiche che aggregano invece di dividere.
Le ricette che la nuova Destra sta attuando nel mondo vanno invece nella direzione di dividere, emarginare e condannare. Sono politiche che a lungo andare mettono in pericolo la democrazia e la pace.
La nostra sfida si concentra qui: lotta alla povertà e proporre politiche capaci di includere chi si sente escluso dalla società o peggio dalla democrazia.
Per farlo però occorre una politica che guardi non solo al nostro Paese, ma all'Europa.
Essa deve essere una soluzione e non un problema.
Dobbiamo con forza ribadire che quel progetto non è un progetto obsoleto, al contrario rappresenta una soluzione possibile.
Non possiamo quindi accettare che un continente come il nostro, culla della civiltà occidentale, si rassegni a ragionare di sole logiche finanziarie e a parlare di rigore nei bilanci.
L'Europa deve essere un terreno di Valori; luogo di giustizia sociale e di lavoro.
Anche in questo senso il ruolo del Pd è fondamentale. Un Pd debole in Italia significa un Pd debole in Europa e di conseguenza un Europa incapace di dare risposte giuste alle domande di chi oggi fatica a trovare una propria centralità e visione in un società sempre più aperta e globale.
Per questi motivi trovo che la candidatura di Matteo Renzi possa rappresentare un nuovo “ricominciamento” di quel percorso che si è interrotto certo con il referendum costituzionale, ma che mantiene tutta la sua urgenza e necessità di attuazione.
La responsabilità è grande, solo il Pd può dare le risposte a chi oggi si sente escluso, spesso inerme ai grandi cambiamenti che stiamo vivendo. Molte di queste persone oggi non solo non ci votano, ma non ci considerano interlocutori credibili.
Dobbiamo lavorare perché questo cambi, con profonda decisione.
Non possiamo rassegnarci che le nostre idee siano minoritarie perché altrimenti sarebbe minoritaria nel Paese la voglia di cambiamento e di giustizia sociale.
Il Congresso deve essere l'occasione per rimettersi in cammino e dare risposta “all'attesa della povera gente”. Abbiamo la responsabilità e il dovere di farlo.

Fonte: AreaDem
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