A Caserta superati i settemila iscritti
I dati ufficiali sono arrivati e il Partito Democratico in Provincia di Caserta supera i settemila iscritti: 6482 tessere più 990 dei Giovani Democratici. Fanno 7472 militanti a cui si aggiungono le tessere online. Significa che i democratici crescono di oltre il 50% rispetto alle 4800 tessere dell’anno scorso.
Commissario Mirabelli, che messaggio arriva da questo tesseramento?
«Abbiamo ottenuto un risultato politico importante. Si è realizzato un tesseramento in un mese, con pochissime tensioni e si sono iscritte tante persone, anche tanti ragazzi. Al risultato delle amministrative, con la vittoria nei grandi Comuni, si aggiunge oggi un altro tassello, segnale di un partito che torna a essere radicato in Provincia ed è pronto per affrontare le nuove sfide, a partire dal congresso nazionale. Ma che deve essere pronto anche a una discussione su come valorizziamo questo patrimonio umano che ci consegna il tesseramento».
C’è, però, addirittura un’inchiesta della Procura sul Caso-Caserta.
«Questo interesse della magistratura credo sia frutto di questione posta male e dell’onda delle vicende napoletane. Sono fiducioso che anche la Procura confermerà che non è successo nulla di male nel tesseramento né a Caserta né altrove. Sono, però, poco interessato a entrare nel merito dei ricorsi perché continuo a pensare che siano più ispirati da ragioni politiche che da reali violazioni statutarie. Mi interessa, invece, molto di più riflettere su come non sprecare l’occasione data dalla ricostruzione avvenuta del partito e per cosa lavoriamo nei prossimi mesi, in vista del congresso provinciale».
Ma allora si farà a breve il congresso casertano?
«Penso che si debba fare entro la fine dell’anno, abbiamo bisogno di arrivare alla scadenza presentando un partito che sappia raccogliere la sfida del rinnovamento senza potentati. Il problema è cambiare drasticamente le pratiche politiche per troppo tempo vissute nel casertano. Ricominciamo a discutere di idee, non di chi appartiene a chi. Vorrei arrivare al congresso con un dibattito alto su un progetto per Caserta. O facciamo questo o restiamo un partito con più iscritti ma con un consenso che resta al 15%».
Gli effetti della scissione la spaventano?
«Non vedo movimenti particolari e poi il PD ha un programma forte, dobbiamo essere capaci di trasferirlo ai cittadini, smettendo di essere autoreferenziali».
Il prossimo passaggio è l’elezione del Presidente dell’ATO Rifiuti.
«Sì, Velardi è il candidato unico da votare il 15 marzo. Sugli enti abbiamo costruito l’unità del centrosinistra, guardando a un progetto che dia garanzia ai cittadini rispetto al buon funzionamento di enti complicati su materie che qui sono state spesso fonti di grandi problemi».
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