Il Rosatellum è legge
La legge elettorale Rosatellum bis è stata approvata in via definitiva dell'Aula del Senato con 214 voti favorevoli e 61 contrari e ora diventa legge dello Stato.
La nuova legge prevede:
Un Sistema elettorale solo, cioè con un'unica legge valida per la Camera dei Deputati e per il Senato, con mix proporzionale/maggioritario, in cui un terzo circa dei parlamentari è eletto in collegi uninominali (un solo candidato per coalizione, il più votato è eletto) e i restanti due terzi sono eletti con un sistema proporzionale di lista.
Non rallentare la città
«Sono qui per strada, sto camminando lentamente, molto lentamente, verso casa...». A Giovanni Cobolli Gigli non difettano garbo e presenza di spirito. Il presidente di Federdistribuzione, associazione che raggruppa le insegne di super e ipermercati, risponde al telefono verso le 7 di sera. Conosce già quale sarà il tema della conversazione ed entra subito in argomento.
L’elettore potrà scegliere chi lo rappresenterà
Intervista pubblicata da Il Giornale di Sicilia.
«Questo sistema elettorale è stato costruito guardando con attenzione quelli precedenti e i relativi rilievi della Consulta. Chi dice che è incostituzionale sbaglia di grosso». Franco Mirabelli, senatore PD e membro della Commissione Affari Costituzionali, non ha alcun dubbio sulla legittimità del Rosatellum bis, e ai colleghi che dentro e fuori Palazzo Madama protestano sostenendo il contrario lancia un monito: «Il tema dell’incostituzionalità non può diventare l’unico argomento con cui si cerca di contrastare qualunque legge venga portata in Parlamento».
«Questo sistema elettorale è stato costruito guardando con attenzione quelli precedenti e i relativi rilievi della Consulta. Chi dice che è incostituzionale sbaglia di grosso». Franco Mirabelli, senatore PD e membro della Commissione Affari Costituzionali, non ha alcun dubbio sulla legittimità del Rosatellum bis, e ai colleghi che dentro e fuori Palazzo Madama protestano sostenendo il contrario lancia un monito: «Il tema dell’incostituzionalità non può diventare l’unico argomento con cui si cerca di contrastare qualunque legge venga portata in Parlamento».
Rallentare non vuol dire essere meno produttivi
Il sindaco Beppe Sala dice che Milano deve rallentare.
«Lo so, è una delle prime cose che ho letto ieri mattina. Sono d’accordo con lui».
Scusi, ma voi industriali non dovreste ambire a una Milano da Formula 1, in grado di correre ai 300 all’ora?
«Capiamoci - mette le mani avanti il presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi -. Rallentare non vuol dire essere meno produttivi ma solo vivere meglio. Proprio grazie a una migliore qualità della vita Milano può guadagnare in benessere economico. E allora mi permetta di rilanciare».