Non dare forza al referendum di propaganda leghista
Gentiloni ha firmato l’accordo con l’Emilia Romagna per trasferire alla Regione nuove competenze. Maroni invece in Lombardia fa il referendum, perdendo tempo e soldi (54milioni) per fare ciò che si poteva fare prima destinando quei soldi a risolvere i problemi dei cittadini. Il referendum serve a fare propaganda, nascondendo 4 anni e mezzo di governo regionale senza alcun merito. Votare domenica è inutile come è inutile il referendum.
La Lega, quindi, in Lombardia ha voluto fare questo referendum per avere un momento di propaganda politica in vista delle elezioni.
La Regione riconvochi il tavolo antiviolenza
Nella riunione del tavolo antiviolenza di questo pomeriggio non è stata accolta la richiesta, avanzata con me, da rappresentanti delle istituzioni, da alcuni Comuni capofila delle reti antiviolenza e dai centri antiviolenza stessi, di discutere da subito della gestione sicura dei dati nel sistema di monitoraggio del fenomeno e dello stato di pubblico ufficiale delle operatrici e dei centri. Per questo si è verificata la rottura del tavolo stesso.
Con questa preclusione si rischia di mettere in discussione il lavoro svolto negli anni dal tavolo antiviolenza per la piena e buona applicazione della legge regionale.
Gli inganni del referendum
Il centrodestra ha voluto un referendum per chiedere PIÙ autonomia in Lombardia ai sensi della Costituzione, ma lo ha chiamato "Referendum per l'autonomia" in modo subdolo e ingannevole (non si può avere l'autonomia!), e non è per nulla credibile sul tema: infatti Fratelli d'Italia è un partito nazionalista, la Lega nel suo statuto continua a mantenere la "indipendenza della Padania" (che non è l'autonomia ed è l'opposto del nazionalismo) e Berlusconi e Maroni bloccarono nel 2008 la richiesta di PIÙ autonomia avanzata dall'allora Presidente della Regione Formigoni. Non so se ridere o piangere...
Biotestamento, svolta al Senato
Dopo 50 sedute di commissione, 3.500 emendamenti, oltre 80 richieste di audizione, decine e decine di iscritti a parlare e l'appello di quattro senatori a vita, Elena Cattaneo, Mario Monti, Renzo Piano e Carlo Rubbia, pubblicato ieri da Repubblica, la legge sul biotestamento, osteggiata da una parte del mondo cattolico, è arrivata ad un punto di svolta al Senato. La relatrice Emilia De Biasi (Pd), annuncia che si dimetterà la settimana prossima, per riuscire così a portare il testo in aula aggirando l'ostruzionismo in commissione.