Con il No Paese instabile
"Io non credo che, in caso di vittoria del No al referendum, avremmo un anno di tregua nel quale sarà possibile lavorare per riorganizzare il Paese. Vedo invece un Parlamento ancora più diviso, paralizzato e un periodo di instabilità politica che non farebbe bene al Paese, alla sua credibilità a livello internazionale e che avrebbe riflessi negativi anche a livello economico e sociale". E' quanto afferma a Repubblica l'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Per Pisapia non ci sarà "nessuna apocalisse sia che vinca il No, sia che vinca il Si" ma dice di non volere "accettare che il referendum e la lunga campagna elettorale diventi il 'casus belli' per una frattura senza ritorno" nella sinistra. "Nella mia idea di sinistra - afferma - non c'è chi ha esultato per la vittoria di Trump, chi vuole costruire i muri in Europa, chi vuole lasciar naufragare i barconi dei disperati.
Punto di partenza
Avessero votato solo i neri, Hillary Clinton avrebbe vinto in tutti gli Stati. Avessero votato solo i giovani (quelli veri, fra i 18 ed i 25 anni) gliene sarebbero mancati al massimo due. Avessero votato solo le donne, o le persone a basso reddito o gli adulti scolarizzati la sua vittoria, pur meno schiacciante, sarebbe stata assicurata.
Quindi la categoria che ha fatto la differenza a favore di Trump sono i maschi bianchi di mezza età descolarizzati, pieni di rabbia per la loro degradazione sociale e privi degli strumenti culturali per rendersi conto che "The Donald" gli stava raccontando un mare di frottole tenute insieme dal filo dell'odio e del risentimento.
Come la manovra può attrarre a Milano talenti e investimenti
Articolo pubblicato da L'Unità.
Una manovra per attrarre talenti e investimenti, a Milano. Con la Legge di Bilancio 2017 il Governo introduce una serie di misure che puntano a stimolare l’economia con un’attenzione particolare all’attrazione di “cervelli” e “capitali” dall’estero. Sul piatto oltre 1 miliardo di euro di sgravi fiscali. Un’iniziativa che nasce dal lavoro congiunto di sei ministeri sotto la cabina di regia del Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.
Obiettivo? Far recuperare all’Italia la competitività perduta, rispetto ai partner internazionali, dopo la crisi del 2007.
Sulle Regioni è giusto cambiare
"Noi non abbiamo mai avuto il federalismo, ma un regionalismo nato solo nel 1970. Con la riforma del 2001 abbiamo creato una confusione istituzionale micidiale. Ora abbiamo la necessità che si ripristini il corretto ordine di priorità secondo il principio dell'unità nazionale, e credo molto più razionale un criterio in cui sia lo Stato ad avere la competenza maggiore e quelle residuali e le Regioni solo alcune, e specifiche. In questo modo, fra l'altro, con l'abolizione delle Province, alle Regioni sarà comunque consentito di restare un vero interfaccia dei cittadini".
Così il presidente dell'Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, in un'intervista al Corriere della Sera.
Così il presidente dell'Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, in un'intervista al Corriere della Sera.