Prego per la giustizia nel mondo del lavoro
Il lavoro "non è che la continuazione del lavoro di Dio", "con il lavoro l'uomo assomiglia a Dio perché è capace di creare", "l'uomo è un creatore e questo dà la dignità all'uomo". Lo ha sottolineato Papa Francesco nell'omelia della messa a Santa Marta, nel giorno in cui nel mondo si celebra il Primo Maggio. Il problema invece è la "schiavitù" e la mancanza di dignità che c'è anche "qui da noi". "Penso ai lavoratori giornalieri. Tu li fai lavorare per una retribuzione minima per 14 ore. Succede anche qui. Pensa alla domestica che non ha la retribuzione giusta, opere sociali di sicurezza, capacità di pensione". "Preghiamo per coloro che lottano per avere giustizia nel lavoro" e "per gli imprenditori buoni che portano avanti il lavoro con giustizia anche se loro perdono", "che custodiscono i lavoratori come figli".
Un Paese senza lavoro è senza democrazia
"Un Paese che non garantisce il diritto e la dignità al lavoro smette di essere una democrazia. Non c'è lavoro vero senza giustizia sociale. Il lavoro non è un privilegio ma un bene per tutti, a cominciare dagli esclusi e sfruttati dalla macchina del profitto".
Lo ha scritto don Luigi Ciotti, presidente di Libera, sui profili social dell'associazione in occasione della Festa del Lavoro.
Lo ha scritto don Luigi Ciotti, presidente di Libera, sui profili social dell'associazione in occasione della Festa del Lavoro.
Oggi più che mai impegno per il lavoro
"Buon Primo Maggio all'Italia che resiste. Oggi più che mai vicini alle persone con l'impegno a creare lavoro. Per l'Italia, per la rinascita, per costruire fiducia".
Lo scrive su Facebook il segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti.
Lo scrive su Facebook il segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti.
Fiducia nella magistratura di sorveglianza
"La magistratura di sorveglianza merita piena considerazione e sostegno per il delicato e importante ruolo che svolge, confermato anche in queste settimane nelle quali ha contribuito - con l'applicazione equilibrata di norme di legge - a diminuire il drammatico sovraffollamento delle carceri italiane. Per questo sarebbe sbagliato ogni tentativo di delegittimarla. Per quanto riguarda invece il tema dei detenuti colpevoli di gravissimi reati associativi, detenuti in regime di alta sicurezza e 41 bis (esclusi categoricamente dal recente decreto governativo contro il sovraffollamento) va detto che la gestione da parte del Dap del monitoraggio di tutti i carcerati ultra settantenni gravemente malati è stata gestita in modo sbagliato, fornendo- al di là del giusto fine del monitoraggio - anche pretesti a boss mafiosi di presentare infondate domande per i domiciliari, che è giusto siano state e siano respinte.