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Il voto in direzione è la linea dei parlamentari Pd

Scritto da Emanuele Fiano.

Emanuele Fiano Il voto di ieri in direzione nazionale è un'indicazione chiara della linea politica per tutti i parlamentari del Pd.
Quando la direzione nazionale di un partito vota con una così larga maggioranza un documento così importante, infatti, i parlamentari devono attenersi alle decisioni della Direzione.
Confidiamo, quindi, che tutti si atterranno alle scelte prese in direzione.

Video della dichiarazione»»

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La ditta

Scritto da Lorenzo Gaiani.

Lorenzo Gaiani Se si pensa di stare in una Ditta e di esserne anzi i proprietari del pacchetto di maggioranza per diritto divino, è abbastanza ovvio che quando si scopre che non è così, e che si può anche diventare dei semplici impiegati, ci si rimane male.
A questo punto si può reagire in due modi.
Il primo è quello di collaborare lealmente con il nuovo azionista di maggioranza, magari ragionando sul perché adesso l'azionista di maggioranza è lui, e quindi facendosi una bella autocritica (una prassi che nella Ditta originaria di alcuni era molto diffusa).
La seconda è quella di trovare ogni pretesto, anche meschino, per dare addosso all'azionista di maggioranza, disinteressandosi del fatto che di mezzo ci va anche la Ditta, il suo buon nome ed il fatturato.
Ma se qualcuno sceglie questa seconda strada e poi lo licenziano, non potrà invocare l'articolo 18, perché una giusta causa c'è.

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Sul Lavoro non compromessi ma coraggio

Scritto da Ettore Rosato.

Ettore RosatoMancano meno di due settimane al Consiglio europeo straordinario di Milano dedicato all’emergenza occupazionale. E’ una necessità che è stata promossa dall’Italia, consapevole del ruolo che l’Unione può svolgere su questo. Il tema del lavoro è un filo conduttore che sta guidando il Governo in tutte le riforme sociali ed economiche che riguardano nuovi e antichi problemi strutturali del nostro paese. La riforma del mercato del lavoro che si sta introducendo con il Jobs Act sarà un ridisegno molto ampio delle regole che hanno disciplinato contratti e tutele, andando oltre all’impianto attuale. Non stiamo parlando di piccole modifiche per modernizzare e snellire le assunzioni, ma di una battaglia che riguarda i milioni di lavoratori precari, sottoinquadrati e non tutelati, a cui vanno garantiti ammortizzatori sociali universali, una semplificazione delle tipologie contrattuali che dia maggiore chiarezza e l'introduzione del compenso orario minimo. E’ una riforma che rimette al centro i diritti e i bisogni dei lavoratori, di tutti i lavoratori.

 

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Morti sul lavoro: cosa fa e cosa può fare l'Europa

Scritto da Patrizia Toia.

Patrizia ToiaE’ di ieri la drammatica notizia dei 4 operai morti per intossicazione a Rovigo e la causa, secondo la Procura, è il mancato rispetto delle norme di sicurezza della linea produttiva.
E’ inaccettabile che in Italia la morte sul luogo del lavoro sia una delle prime cause di decesso: secondo l’ultima indagine Inal ogni giorno si registrano 3,5 morti sul lavoro e continuano ad aumentare le morti "fuori azienda".
Dall’inizio dell’anno ad oggi si contano 478 morti per infortuni sui luoghi di lavoro, +6,8 % rispetto allo stesso giorno del 2013. Se si aggiungono i "diversamente assicurati" che non appaiono mai nelle statistiche delle morti sul lavoro, tra questi i morti sulle strade, in itinere e di categorie con assicurazioni proprie, diverse dall'INAIL, la cifra diventa spaventosamente più alta.
Di fronte a questi dati drammatici non possiamo rimanere indifferenti.