Paese ingessato, le riforme liberali hanno valenza di sinistra
Intervista a Piero Fassino di Fabio Martini - La Stampa.
Tra le personalità un tempo comuniste che hanno traghettato il Pci verso il Pd, Piero Fassino ha sempre avuto un tratto liberal: nel passato ha espresso giudizi anticonformisti sulla storia della sinistra e più di recente si è affiancato a Matteo Renzi, prima che lo facessero in tanti. Un profilo che consente al sindaco di Torino di esprimere una volta ancora valutazioni fuori dal coro. In un Paese ingessato come l'Italia riforme liberali come quelle incardinate da Renzi paradossalmente assumono un connotato di sinistra?
«Certamente. Purtroppo l'Italia non ha mai avuto grandi riforme liberali, che nella storia hanno sempre avuto un segno progressista e anti-aristocratico. Liberale è chi libera risorse, chi cambia il sangue al sistema».
La tentazione di scissione che circola nella sinistra del Pd, magari nella testa di qualche ex leader?
«Il pensiero può esserci, non è vietato, ma non mi sembra che un nuovo partito possa avere un mercato. Fare scissioni e nuovi partiti è cosa che appartiene al passato, oggi sarebbe operazione poco realistica e in ogni caso venata di nostalgia».