Green New Deal per l’Italia
E’ il momento di scelte coraggiose: chiediamo al Governo di dichiarare lo Stato di Emergenza Climatica e Ambientale e di assumere tutte le iniziative necessarie per una riconversione ecologica della nostra economia.
Proponiamo un Green New Deal per l’Italia che vogliamo condividere con le forse politiche e sociali e che coinvolga tutti i cittadini, fondato su 5 proposte:
1. investimenti pubblici verdi per 50 miliardi di euro destinati ad attivare 800 mila posti di lavoro con l’obiettivo di ridurre gli effetti del cambiamento climatico e prevenire il dissesto idrogeologico, realizzare politiche di adattamento e favorire la rigenerazione delle città e delle aree interne. E ancora: riqualificazione energetica e messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati.
Lettera aperta del Sindaco

Mezzi pubblici il più possibile efficienti e puntuali sono la condizione per avere una Milano capace di crescere, di rispettare i suoi impegni, di assicurare un ambiente più pulito a noi e ai nostri figli. Però, per fare questo è necessario che il sistema dei trasporti non sia costruito a compartimenti stagni ma rappresenti un’opportunità per tutto il territorio metropolitano e oltre.
Ed è proprio in questa prospettiva che va letto il nuovo sistema.
Comune e Politecnico insieme rigenereranno l'area Bovisa-Goccia

Realizzare un grande parco pubblico, ampliare il campus universitario del Politecnico e prevedere un polo scientifico tecnologico, creando i presupposti perché diventi un luogo deputato all’eccellenza e alla ricerca. Con questi obiettivi sono state approvate le linee di indirizzo politico per la rigenerazione dell’area Bovisa-Goccia, cui seguirà, una volta approvato il Piano di Governo del Territorio, la sottoscrizione di una convenzione quadro tra Comune e Politecnico, principali proprietari delle aree che porterà alla definizione del piano per il loro sviluppo.
Un Paese che arranca

Articolo pubblicato da Il Giorno.
Le cause dell’insoddisfacente sviluppo economico del Paese, che da decenni registra indici inferiori alla media europea, si debbono far risalire al modello della nostra economia basata, da un lato sulla rilevante quota pubblica, dall'altro sulla piccola e media impresa: certamente virtuosa all’origine del boom, dal Dopoguerra agli anni ’70, ma che non si è adeguata ai profondi cambiamenti che hanno percorso il mondo globalizzato.
C'è però da chiedersi quanto il venir meno della grande industria in Italia dipenda dalle nostre disattitudini e quanto viceversa dall' attuazione di politiche economiche globali da parte dei potenti players che reggono il gioco a livello mondiale.