Il lavoro e la ripresa
L'Italia sta uscendo dalla recessione? I primi timidi segnali di ripresa vengono diffusi dall'Istat e dagli istituti di ricerca: la produzione industriale cresce dell'1,5% con la previsione di un Pil che raggiunge, nel solo 2015, lo 0,7% (+ 0,2% rispetto al precedente anno). Cresce leggermente anche l'inflazione, in quanto i consumi sono in aumento. Nel primo trimestre 2015 crescono anche gli occupati (oltre 150mila persone). Andando oltre i numeri, davvero esigui, si ha l'impressione che il Paese si prepari ad uscire finalmente dal tunnel della crisi. Una crisi epocale che in questi anni ci ha portato ad avere un 43% di disoccupazione giovanile ed un mercato del lavoro che stenta ad offrire nuovi posti e tutele. Eppure qualcosa, grazie all'azione del Parlamento e del Governo, si sta muovendo nella direzione di una cornice normativa in grado di dare impulso alle imprese e alla ripresa del lavoro.
La caduta delle ideologie non è necessariamente un male
Articolo pubblicato da ReportOnline.
Spesso si parla della caduta delle ideologie, e del fatto che essa abbia provocato il crollo dei punti di riferimento sociali, morali e politici.
Spesso si parla della caduta delle ideologie, e del fatto che essa abbia provocato il crollo dei punti di riferimento sociali, morali e politici.
Ho recentemente assistito ad un dibattito, durante il quale si sosteneva la palese vuotezza del pensiero contemporaneo e la conseguente insostanzialità dell'azione politica provocate proprio dalla mancanza di ideologie. Ma, se si affronta la riflessione in maniera più approfondita, si può arrivare a mettere in dubbio che la caduta delle ideologie sia necessariamente un male.
Per prima cosa, mancanza di ideologia non significa necessariamente assenza di valori, e forse, specie nell'ambito politico, il venir meno delle ideologie può essere anche un bene. Tentiamo di capire il perché.
Le riforme del Governo Renzi e il ruolo del PD
È difficile sintetizzare i tanti provvedimenti realizzati dal Governo Renzi in questi mesi; cercherò di mettere in evidenza quelli che, a mio avviso, vale la pena di valorizzare e quali sono, invece, le cose che andranno fatte prossimamente, cercando anche di rispondere ad argomenti che vengono utilizzati per fare polemica politica spesso a sproposito.
Inizierei ricordando che, dopo le elezioni politiche del 2013, il Parlamento era ingovernabile e quella vittoria del centrosinistra che tutti avevamo auspicato non si era verificata e al Senato non avevamo neanche la maggioranza per esprimere una presidenza. Uscivamo, quindi, da un dato elettorale che sostanzialmente indicava che il 25% degli elettori che chiedevano il cambiamento non hanno trovato nel centrosinistra l’interlocutore che cercavano ma, purtroppo, sono andati ad ingrossare le fila di un movimento protestatario e antisistema quale è il Movimento Cinque Stelle.
Commenti al risultato elettorale di fine maggio
Raccogliamo qui alcuni commenti ai risultati elettorali di Emanuele Fiano, Marina Sereni, Luigi Zanda, Piero Fassino e Lorenzo Gaiani.
Emanuele Fiano (Capogruppo PD in Commissione Affari Costituzionali alla Camera dei Deputati e Segreteria Nazionale PD con delega a Sicurezza e Riforme): Governare significa fare e cambiare. E questo non è sempre popolare. Di certo è forte il disagio nel Paese per la crisi ancora in corso, per i problemi del lavoro e certamente questo produce astensionismo e contemporaneamente la paura per la sicurezza e i temi dell'immigrazione producono voti per la Lega. Segnali che devono essere ascoltati e letti con attenzione e profondità per migliorare il nostro governo delle città e del Paese.