Prima di stringere la mano a un imprenditore, va capito chi è
Intervista di Settegiorni.
Mafia, imprenditori e politica. Questo il trinomio emerso dalle inchieste che la scorsa settimana hanno messo in luce nuovi legami tra criminalità organizzata, economia e politica.
Le cosche di San Luca che parlano al telefono con un imprenditore che fa da tramite con i piani alti della politica: uno scenario sconcertante, ma che ormai non dovrebbe più stupire.
Ne abbiamo parlato con il senatore Franco Mirabelli, membro della Commissione Parlamentare Antimafia.
Continueremo a lavorare per l’unità del centrosinistra

Davvero al Nazareno non si è festeggiato per la rottura tra Mdp e Pisapia?
«Nessun brindisi, noi continueremo a lavorare perché il centrosinistra sia unito».
Il divorzio riapre i giochi anche per il Pd?
«Questo dipende dalle scelte che ognuno farà. Il nostro obiettivo lo ha indicato Renzi in Direzione ed è un campo largo di centrosinistra contro le destre e i populismi».
Il PD è un interlocutore serio

Onorevole Guerini, Mdp ha rotto con Pisapia e Pisapia con Mdp. L’aspettate a braccia aperte?
«Guardiamo con grande rispetto al dibattito all’interno delle altre forze politiche nel quale il Pd non vuole interferire. Siamo interessati a costruire un campo largo e inclusivo, alternativo alla destra e ai Cinquestelle e siamo pronti a incontrare chi è interessato a questo progetto. Chi lo sarà troverà nel Partito Democratico un interlocutore serio e disponibile».
Perché il nuovo Codice Antimafia è una buona legge

La Camera dei Deputati ha recentemente approvato la riforma del Codice Antimafia che, dopo 35 anni introduce norme importanti, soprattutto sui beni confiscati e le misure di prevenzione, necessarie per contrastare sempre meglio la criminalità organizzata che, nel corso di questi anni, è cambiata, si vede meno, spara meno ma, soprattutto al Nord, si sta insediando e inquina, con i proventi delle attività criminali, l’economia legale.