Il Pd non romperà il patto con Bonino

«La norma sulle firme per le liste contiene una palese contraddizione. Il Senato lo ha riconosciuto chiedendo di correggerla. Onestà intellettuale vorrebbe che lo si facesse. Dal punto di vista politico sia per il Pd che per Emma Bonino e la sua lista +Europa è naturale e conveniente stare insieme nella coalizione di centrosinistra».
Piero Fassino, ex ministro ed ex segretario dei Ds, è stato il tessitore delle alleanze per conto di Renzi.
Sulla Net Neutrality l’America torna indietro

La marcia indietro americana sul principio della neutralità della rete potrebbe mettere a repentaglio anche i diritti dei cittadini, dei consumatori e delle imprese europee. Per questo venerdì ho presentato un’interrogazione scritta alla Commissione europea in cui ho chiesto all’esecutivo comunitario di prendere posizione e di comunicare quali azioni intende intraprendere per difendere i diritti sanciti dal regolamento UE 2015/2120 (cui ho personalmente lavorato come relatore ombra per il mio gruppo dei Socialisti e Democratici) che stabilisce misure riguardanti l’accesso a un’Internet aperta, sancisce norme vincolanti sulla neutralità della rete nella legislazione dell’Ue e stabilisce per la prima volta in Europa il principio di una gestione del traffico non discriminatoria.
Serve una Costituente

Il ministro dello Sviluppo Economico: «È l’unico modo per aprire in maniera ordinata la Terza Repubblica invece di subire la dissoluzione caotica della Seconda». Chi voterebbe? «Guardo con grande interesse all’alleanza tra il Pd ed Emma Bonino».
E sull’altra emergenza, invece, quella istituzionale?
«Abbiamo perso la sfida della costruzione di un sistema più forte ed efficiente. Ritengo questo nodo fondamentale in uno scenario internazionale pieno di incertezze. La sicurezza nazionale viene messa a rischio da un sistema che rallenta l’implementazione delle decisioni, favorisce il prosperare di particolarismi e ci trasforma nella Repubblica dei ricorsi al Tar e dei feudi locali. La prossima legislatura dovrà avere al centro questo tema, diventato tabù dopo il referendum. Forse la strada giusta, per aumentare il coinvolgimento dei cittadini, potrebbe essere quella di un’assemblea costituente».
«Abbiamo perso la sfida della costruzione di un sistema più forte ed efficiente. Ritengo questo nodo fondamentale in uno scenario internazionale pieno di incertezze. La sicurezza nazionale viene messa a rischio da un sistema che rallenta l’implementazione delle decisioni, favorisce il prosperare di particolarismi e ci trasforma nella Repubblica dei ricorsi al Tar e dei feudi locali. La prossima legislatura dovrà avere al centro questo tema, diventato tabù dopo il referendum. Forse la strada giusta, per aumentare il coinvolgimento dei cittadini, potrebbe essere quella di un’assemblea costituente».
Arretratezza delle leggi regionali
Questo voto dimostra quanto il centrodestra sia arretrato sul tema dei diritti. Hanno tirato avanti per anni senza discutere né questi due progetti di legge né i nostri, di iniziativa consiliare e ora, arrivati a fine legislatura, vogliono affossarli senza discutere.