Non disperdiamo la fatica fatta
In una fase politica “di transizione” i cittadini chiedono di “non disperdere la fatica fatta” e di curare le “ferite sociali ancora aperte”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, intervenendo alla presentazione del ‘Rapporto Ambiente di Sistema (Snpa) – Annuario dei dati ambientali (Ispra)’ alla Camera.“Siamo – ha detto – in una fase politica di transizione e in questa fase è fondamentale avere al centro l’interesse dei cittadini che ci chiedono due cose. In primo luogo non disperdere la fatica fatta in questi anni da famiglie, imprese e cittadini per tirarsi fuori dalla crisi e di usare i buoni risultati raggiunti per curare le ferite sociali ancora aperte. Perché i grandi risultati macroeconomici non curano le ferite. E poi ci chiedono di guardare al futuro, non ai prossimi giorni, ma ai prossimi anni e decenni e se si guarda lontano viene chiarissimo che affrontare le sfide ambientali è una delle cose più importanti che possiamo fare per il nostro Paese”.




L’assassinio del giuslavorista Marco Biagi, ucciso dalle Nuove Brigate Rosse il 19 marzo del 2002, è una ferita aperta, ma il terrorismo esce sconfitto. Il giorno del sedicesimo anniversario dell’omicidio, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato che «sono trascorsi sedici anni dal crudele agguato in cui venne ucciso Marco Biagi e la ferita inferta dai terroristi assassini è ancora aperta nella nostra comunità civile». «In questa giornata - ha aggiunto il capo dello Stato - desidero rinnovare la mia vicinanza e la mia solidarietà alla signora Marina Orlandi Biagi, ai familiari, agli amici, ai colleghi, a quanti hanno continuato in questi anni a sviluppare i temi della ricerca di Biagi, approfondendo e ampliando il confronto, cercando soluzioni positive alle domande poste dai mutamenti profondi del lavoro e dei mercati, tentando di tenere insieme le esigenze di competitività del sistema con i principi costituzionali di equità e di giustizia sociale».
170 anni fa Milano combatteva per la sua libertà, dando inizio il 18 marzo 1848 alle Cinque Giornate.