In Via Gola quel degrado a un passo dai Navigli
Via Gola non può certo essere, dal punto di vista geografico, definita come una “periferia”. Si trova nel cuore della zona dei Navigli, quella del divertimento serale, ricca di locali, a poche decine di metri da uno dei quartieri più “in” della città. Eppure la situazione di degrado e di abbandono in cui si trova il quartiere Aler è nota e proprio il contrasto con il resto della zona lo rende ancora più evidente.
Il degrado e l’abbandono spesso favoriscono il crearsi di una terra di nessuno, in cui le persone più fragili si sentono sole e impaurite e l’illegalità occupa tutti gli spazi. Il quartiere di via Gola ne è un esempio eclatante.
Le ragioni di una piazza

Anche se mossa dalle preoccupazioni e dalla contrarietà alle scelte economiche sbagliate e pericolose di questo Governo la voce unitaria di Cgil, Cisl e Uil parlava di futuro e di diritti.
Esprimeva, come giusto che sia, insieme alle critiche, una forte richiesta di ascolto e una disponibilità al confronto che mi auguro venga recepita da chi oggi ha la responsabilità di guidare il nostro Paese.
Certo, a giudicare dalle reazioni sprezzanti dei leader politici di Lega e M5S e dai commenti di molti esponenti di Governo, non c’è da aspettarsi granché.
Economia etica

Un articolo di Gianmario Verona sul World Economic Forum di Davos (Corriere della sera, 25 cm) titola e parla de “L’etica dei comportamenti – una priorità per l’economia”. Vediamo. A Davos 2019 si guarda alle “priorità di lungo periodo”. Tra una globalizzazione disordinata e una disruption tecnologica con “lati oscuri”, la medicina per il capitalismo eterno malato non viene cercata a livello macro (delle policy) ma micro, dei comportamenti. Per riacchiappare la fiducia, che si crea nell’agire, nel governare.
Vogliamo “ridurre la povertà in Africa” (e le fughe di massa)? Creiamo le condizioni per un “call to action” del privato a investirvi.
Fermi tutti

Premettendo che è stato bellissimo vedere mia madre che, in veneto stretto, impreca contro Salvini difendendo Mahmood. Mi è sembrato di rivedere la vecchietta lombarda che entra dal mio kebabbaro di fiducia e gli chiede “Du, senza la scigola”. Globalizzazione casereccia in salsa polentona.
Ho accostato volutamente foto che (apparentemente) non hanno nulla a che vedere l’una con l’altra, ma che servono ad attirarmi le ire di chi (tanti in realtà) leggerà solo il titolo. Perché qui è un paese intero che si sta perdendo in un turbine di niente, senza nemmeno capirlo. Un paese che può ancora essere “preso per i capelli” e riportato su. Basta volerlo.