Servizio Sanitario Regionale Lombardo

Ho avuto l’onore di intervenire al convegno dell’Associazione dei dirigenti medici della Lombardia, con autorevoli relatori, sul tema "Servizio Sanitario Regionale Lombardo, una riforma da riformare?".
Per me la risposta è: Sì, totalmente.
La seconda ondata della pandemia, in corso, conferma una volta di più innanzitutto l’inadeguatezza della sanità territoriale in Lombardia, come da anni denunciamo - facendo proposte su come ri-fondarla -, ma tanti altri sono i punti di malfunzionamento e debolezza su cui non è più tollerabile che la Regione traccheggi, al di là delle innegabili eccellenze e dell’encomiabile impegno di tutto il personale sanitario, da incrementare e sostenere meglio, di più e concretamente.
Sulla variante della Tremezzina

Siamo soddisfatti dell’ulteriore passo in avanti fatto ieri a Roma con la conclusione dell’iter di aggiudicazione dei lavori, andata al Consorzio Stabile Sis di Torino, nella realizzazione della variante della Tremezzina. Un’opera di cruciale importanza per il sistema viabilistico del lago di Como, un’infrastruttura sentita e voluta da un intero territorio che ci ha visto da sempre impegnati, con determinazione e pazienza, su più livelli, da quello istituzionale, governativo e parlamentare, a quello amministrativo e locale.
Questo non è il momento per fare campagna elettorale e dividere il Paese

Voglio esprimere solidarietà alle famiglie colpite dall’attentatore a Nizza, solidarietà al Governo e al popolo francese. È evidente che, alla drammatica situazione del contagio, ormai fuori controllo da settimane e a livelli molto più alti di prima, si è aggiunta anche una recrudescenza del terrorismo di matrice islamica, che non smette di intervenire e di compiere questi terribili omicidi.
È successo qualche settimana fa con l’uccisione di un professore parigino che aveva solo la “colpa” di aver provato a spiegare cos’è la laicità dello Stato e cos’è la tolleranza, mostrando una vignetta di Charlie Hebdo.
Gli attacchi terroristici di Vienna

Gli attacchi terroristici di Vienna ci insegnano che nessun Paese europeo è immune dalla minaccia islamista.
Gli attentati di Vienna hanno visto certamente un salto di qualità militare ed organizzativo dell’attacco del terrorismo islamista, rispetto agli episodi in Francia di qualche giorno prima, pur sempre crudeli, ma caratterizzati dall’agire dei cosiddetti lupi solitari dotati di soli armi bianche. Ciò è una notizia inquietante, in quanto testimonia la più che conclamata possibilità della presenza di “combattenti” di ritorno dai teatri di guerra in Iraq ed in Siria.