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Funzioni e risorse il governo faccia chiarezza

Scritto da Piero Fassino.

Piero FassinoIntervista a Piero Fassino di Corrado Castiglione - Il Mattino
Più chiarezza su funzioni e risorse: nel giorno del varo delle Città metropolitane è questa la sollecitazione che arriva da Piero Fassino, presidente dell`Anci e neo-eletto sindaco metropolitano di Torino. E il pressing si fa più urgente alla vigilia della legge di Stabilità. Tre le richieste che arrivano dagli enti locali sui banchi del governo: primo, via libera al superamento del patto di stabilità per la ripresa degli investimenti; secondo, destinare le risorse della fiscalità locale completamente ai Comuni; terzo, liberare una volta per tutte gli enti locali dalla spesa degli uffici giudiziari, del tutto incongrua visto che le competenze sulla Giustizia sono dello Stato e non di altri.
Presidente Fassino, tra possibilità e limiti quale prospettiva intravede per le Città Metropolitane?

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Le società sportive pagheranno per la sicurezza stadi

Scritto da Emanuele Fiano.

Emanuele FianoE' stato approvato in commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati il decreto del governo che obbliga le società sportive a contribuire alle spese per le ore di lavoro straordinario degli agenti di polizia per la sicurezza negli stadi.
Videointervista ad Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza della segreteria nazionale Pd e capogruppo in commissione Affari costituzionali a Montecitorio» 

Anche le società sportive contribuiranno alle spese per la sicurezza negli stadi: lo stabilisce il nostro emendamento, approvato alla unanimità in Commissione Affari Costituzionali alla Camera, al decreto del governo. E` un risultato di grande importanza, un cambio di rotta nella partita più difficile, quella dell`ordine pubblico durante gli incontri di calcio. Naturalmente il contributo sussidiario delle società è destinato a coprire sole le spese per le ore di lavoro straordinario degli agenti ed è stabilito nella misura variabile tra l`1 e il 3% degli incassi. Siamo soddisfatti di questo risultato e, più in generale, del contenuto complessivo del decreto del governo che struttura nuovi strumenti operativi e di legge per garantire una maggiore sicurezza negli stadi e prevenire nuovi episodi di violenza.

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I profughi a Milano

Scritto da Carlo Borghetti.

Carlo Borghetti Un anno fa al largo di Lampedusa morivano annegate in mare 368 persone in fuga dalle coste africane. Dall'inizio del 2014 a oggi almeno 3000 persone sono morte nello stesso modo nel Mediterraneo.
Molte le parole spese in questi mesi: di indignazione perché nel terzo millennio non si dovrebbe ancora morire così, o di indignazione perché non si possono spendere soldi pubblici per "accogliere tutti i disperati"...
Ma intanto che in molti parlano e si cerca la soluzione più dignitosa e sostenibile possibile, invocando giustamente l'intervento dell'Europa, qualcuno per fortuna è passato anche ai fatti. Ne cito due. Uno: l'operazione Mare Nostrum, voluta dal Governo Letta, che ha salvato migliaia di vite. Due: gli enti locali e il volontariato sociale che ridanno speranza a vite disperate.
A quest'ultimo proposito ho visitato a Milano Casa Suraya. Suraya è stata la prima figlia dei profughi siriani che arrivavano a Milano a nascere in città: se la sua storia ha avuto un esito felice è stato per merito dei fatti che dicevo.

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Il Partito che ci vuole

Scritto da Lorenzo Gaiani.

Lorenzo GaianiNarra Piero Fassino nel suo libro autobiografico uscito ormai una decina d’anni fa che nel giugno 1975 i comunisti torinesi organizzarono una grande festa in piazza per celebrare la grande avanzata elettorale che consegnava alle sinistre e al PCI in particolare il governo della città della Mole e di fatto di quasi tutte le grandi città. Mentre la folla festeggiava e acclamava il vecchio leone Giancarlo Pajetta ed il Sindaco in pectore Diego Novelli, solo il giovane sindacalista Fausto Bertinotti sembrava preoccupato e continuava a ripetere fra sé: “E’ un bel problema!”. Fassino, che gli era accanto, gli disse “Forse i problemi li avremo da domani, ma ora dobbiamo far festa”. Bertinotti ribatté: “No, il problema è ora, perché abbiamo preso un consenso più largo del corpo sociale che dobbiamo rappresentare, e questo non va bene”.
Naturalmente questo aneddoto dice molto – anzi, pressoché tutto- di Bertinotti e del suo modo peculiare di concepire la politica che tanti danni ha provocato alla sinistra e all’Italia: il problema è che anche adesso, e non solo fra coloro che ancora si dicono comunisti ma persino nel PD, vi sono persone che ragionano in questo modo.

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